(ANSA) – MILANO, 01 MAR – Si "tratta di procedimento complesso di criminalità organizzata", servono "ulteriori accertamenti" per "individuare altre persone coinvolte" e "delineare la rete criminale nel cui ambito si collocano i fatti". Con queste parole il pm di Milano Francesco De Tommasi ha chiesto al gip Fabrizio Filice la proroga del nuovo filone di indagini sul caso di Alessia Pifferi, la 38enne a processo per aver lasciato morire di stenti la figlia Diana. Nuova tranche che vede accusate di favoreggiamento e falso le due psicologhe del carcere di San Vittore e l’avvocatessa Alessia Pontenani. Nell’istanza di proroga, con cui chiede altri sei mesi per indagare, il pm segnala che sono "necessari ulteriori accertamenti finalizzati a ricostruire compiutamente la vicenda" e a raccogliere "ulteriori riscontri" e indica che la richiesta di proroga non deve essere notificata agli indagati. Avvisi che, poi, invece sono stati fatti, perché il giudice ha rilevato che "non sussistono ipotesi di reato" in questo caso che prevedono una deroga alle notifiche, come prevista nei procedimenti di criminalità organizzata. La richiesta di proroga riguarda la sola imputazione di favoreggiamento personale, a cui si aggiungono ora due aggravanti, quella dell’aver voluto assicurare l’impunità e l’abuso di poteri. Secondo l’accusa, le due psicologhe e l’avvocatessa di Pifferi, in accordo tra loro, avrebbero aiutato, attraverso un test psicodiagnostico e altri presunti falsi nel diario clinico, la donna ad ottenere la perizia psichiatrica nel processo, sostenendo che avesse un grave deficit cognitivo. Perizia, depositata qualche giorno fa, che ha certificato che era pienamente capace di intendere e volere al momento dei fatti. Dalla nuova tranche d’inchiesta sono scaturite numerose polemiche, con gli avvocati che per lunedì prossimo, quando riprenderà il processo per omicidio volontario aggravato, hanno indetto una giornata di sciopero e mobilitazione a Milano. (ANSA).