(ANSA) – MILANO, 27 FEB – "Io non l’ho mai aggredita. Ci sono state due o tre volte in cui mi è capitato di allontanarla fisicamente perché spesso succedeva che esplodesse o venendomi contro o schiaffeggiandomi o lanciandomi oggetti, bicchieri. Non sono contento di queste cose. Mi è capitato di darle una spinta, ma di usare le mani proprio no". Si è difeso davanti al Tribunale negando ogni accusa il filosofo Leonardo Caffo, sotto processo a Milano per maltrattamenti aggravati e lesioni nei confronti della sua ex compagna. Il 35enne, interrogato in aula dall’avvocato Filippo Corbetta, che lo difende assieme alla collega Romana Perin, ha dato una versione molto diversa degli episodi al centro della denuncia presentata dalla sua ex e da lei ricordati durante la deposizione. Episodi riportati anche nella misura cautelare dell’allontanamento e del divieto di avvicinamento a cui è sottoposto dall’agosto 2022 e di cui oggi l’interessato ha dato una lettura differente. "È stata una relazione piena d’amore ma condita da molti problemi – ha affermato – La quotidianità era buona ma poi litigavamo. C’erano discussioni su tutto, insulti reciproci, screzi di ogni tipo. Ci mandavamo reciprocamente a quel paese ma la prassi non era la degenerazione". Insulti "reciproci" anche con espressioni come, ha spiegato davanti al collegio della quinta sezione penale presieduto da Alessandra Clemente, "buttati dal balcone" o "ti dovrebbero ammazzare" oppure "ma che sei pazza?". Frasi che Caffo ha minimizzato rispetto al significato attribuito dal pm Francesca Gentilini, dal gip Ileana Ramundo che ha firmato il provvedimento cautelare. (ANSA).