“Sto approfondendo tutti i documenti e sto ricostruendo la questione connessa alle richieste di addebito delle bollette di questi anni, richieste fatte a più riprese da tutte le amministrazioni precedenti, di destra e di sinistra. Mi sorprende che esponenti politici di quelle giunte oggi si dichiarino stupiti”: continua il braccio di ferro tra il sindaco di Como Alessandro Rapinese e l’Associazione Giosuè Carducci, a cui il Comune nelle scorse settimane ha chiesto le chiavi del museo Casartelli e di altri spazi, situati all’interno della storica sede di viale Cavallotti 7. Decisa la replica della presidente, Maria Cristina Forgione, che ha inviato una diffida e una richiesta di accesso agli atti.
“Si tratta di una vicenda irrisolta da decenni – prosegue Rapinese – Ora la stiamo trattando per vie legali e arriveremo entro la fine dell’anno a stabilire una volta per tutte chi sia il vero proprietario di quello stabile. A prescindere da come andrà la causa, è mia intenzione far sì che il prossimo sindaco non abbia questa assurda situazione di poca chiarezza”.
La contesa tra Comune e Associazione si baserebbe su un atto notarile. “Dal 1929 i documenti sono estremamente chiari – dice il sindaco – e per motivi a me incomprensibili si è finto di non capire. Consiglio vivamente di leggere bene le carte”. L’amministrazione contesta il mancato pagamento delle bollette da parte dell’Associazione nel corso degli anni. “Da quando mi sono insediato – continua Rapinese – molte realtà non avrebbero voluto rinunciare ai privilegi concessi in precedenza. Ma le amministrazioni pubbliche, se non riscuotono il dovuto, generano un danno alla collettività. Non è una questione di volontà politica, ma di danni erariali”.
Nelle ultime settimane, diversi esponenti politici si sono schierati al fianco dell’Associazione Carducci, accusando il sindaco di essere “insofferente alla cultura”. “Nessuno ha mai fatto investimenti in cultura quanti ne ho fatti io – ribatte Rapinese – Basti guardare alla candidatura del progetto dei Musei civici al Bando emblematici di Fondazione Cariplo, che ha ricevuto il pubblico apprezzamento da parte degli Uffizi di Firenze”.