L’industria comasca rallenta. I dati del secondo semestre 2023, diffusi da Confindustria Como, indicano un calo di domanda, attività produttiva e fatturato. In media, rispetto alla seconda metà del 2022 si registra un -5,4% mentre rispetto al primo semestre del 2023 il calo di quasi sette punti percentuali, -6,9%. “E’ la prima, vera frenata dalla pandemia in poi”, commenta il presidente Gianluca Brenna.
Il tasso medio di utilizzo degli impianti si attesta al 75,1% nella seconda metà del 2023. Le aziende fino a 50 occupati hanno dati migliori rispetto a quelle più grandi. Per quanto riguarda i settori, evidente il divario tra le realtà metalmeccaniche e altri ambiti, con un dato superiore al 78% e il tessile che si ferma al 59,9%.
“I dati emersi dalla rilevazione del nostro osservatorio evidenziano uno scenario caratterizzato da un lieve calo degli indicatori nel secondo semestre 2023 – commenta il presidente di Confindustria Como, Gianluca Brenna – Seppur con differenze tra le diverse realtà, alcune delle quali positive, che testimoniano la presenza di aziende solide e strutturate, quella delineata è forse la prima vera decelerazione dopo un lungo periodo post pandemia che ha visto la nostra economia correre a livelli eccezionali”.
“È evidente che le difficoltà registrate siano in parte legate alle tensioni geopolitiche, con i rincari che inevitabilmente recano con sé, e alla frenata di una nazione come la Germania che per l’Italia e, ovviamente, per i nostri territori, da sempre rappresenta uno dei partner commerciali più importanti – dice ancora Brenna – La nostra economia, però, ha i fondamentali per reggere anche questi urti e lo dimostra anche l’interessante tasso di investimenti nella transizione green e, più in generale, nella sostenibilità che rappresenta sempre di più il fattore decisivo per la competitività delle imprese. In questo contesto, l’investimento sul futuro deve essere inevitabilmente quello sulle persone, in particolare sui giovani, perché sempre di più le nostre imprese avranno necessità di risorse umane qualificate e pronte a fronteggiare le sfide dell’innovazione tecnologica e delle nuove professioni”.