(ANSA) – TARANTO, 11 FEB – "Per me non è stato Michele, lui è sempre stato buono. Per me non è stato lui, quello che dice non è vero". Così Vincenzo Romano, un amico d’infanzia di Michele Misseri, che questa mattina si è presentato davanti alla villetta in via Deledda 22, ad Avetrana, dove fu uccisa Sarah Scazzi, avendo saputo della scarcerazione di ‘zio Michele’ che ha scontato una condanna a 8 anni di reclusione per la soppressione del cadavere della nipote, e ha beneficiato di una riduzione detentiva di 596 giorni. "Sono contento – ha detto Romano, assediato dai cronisti – del ritorno in libertà di Michele. Gli ho scritto più volte, quasi ogni mese, mi ha raccontato la sua vita in cella, che cucinava per gli altri detenuti. Nelle lettere non parlavamo della vicenda giudiziaria anche se lui ha ripetuto in tv di essere il colpevole. Lo sto aspettando, se vuole può venire a casa mia. Può darsi che l’abbia preso mio figlio dal carcere ma ho saputo anche che si era offerto un prete di accompagnarlo". Nelle lettere, Michele gli "chiedeva dei suoi terreni. Quando arriva qui – ha detto Vincenzo Romano – si occuperà prima di tutto di sistemare la casa. Penso che voglia venire a vivere qui. Mai una parola comunque su moglie e figlia. Diceva che era stato male in carcere, ma ora potrà tornare a lavorare nei campi, a cui continua a tenere molto". (ANSA).