Il saluto del sindaco di Como, Mario Lucini:
“Eccellenza reverendissima, monsignor Cantoni,
a nome dei cittadini tutti e delle Autorità civili e militari, sono lieto ed onorato di darle il benvenuto in questa città e in questa Diocesi.
Direi, anzi, un bentornato nella terra in cui sono le Sue radici e che Lei conosce bene.
È, questa diocesi, certamente impegnativa, come Lei ha sottolineato nell’accogliere la nomina: è territorialmente ampia, comprende situazioni eterogenee e complesse, vive un momento non facile di crisi a vari livelli.
Ma siamo certi che, sulle orme del Suo predecessore Diego, saprà affrontare la missione episcopale con apertura e lungimiranza, con la ricchezza di un’esperienza maturata e temprata in ruoli, non solo ecclesiali, di vicinanza alla comunità.
Già la Sua decisione di incontrare questa mattina i giovani e il mondo della Carità comasca mi sembrano significativi di una sensibilità a riconoscere questi due grandi ambiti come punti di snodo della realtà in cui viviamo: il volerli preliminarmente conoscere, il porsi in ascolto delle problematiche, delle loro istanze è un passo importante ed emblematico per averne piena consapevolezza e farsi interlocutore ed autorevole compagno di strada.
Per chi opera nelle Istituzioni, come per chi si pone l’obiettivo della crescita integrale delle persone alla luce del Vangelo, non può che essere fonte di grave preoccupazione la condizione di tanti giovani: a loro va data l’opportunità di progettare il proprio futuro, di realizzarsi come donne, come uomini, come cittadini; a loro vanno proposti ideali alti per cui spendersi per sé e per gli altri.
Ai giovani so che porterà una modalità mite di confronto e anche quella concreta capacità di condivisione, che (mi permetta un ricordo personale) ho imparato ad apprezzare come abitante della parrocchia di Santa Maria Regina a Muggiò e anche come studente del Liceo Giovio.
Anche sul versante delle problematiche sociali, Chiesa ed Istituzioni, nel rispetto delle proprie specificità, possono mettere in campo sinergie preziose: il mio pensiero va alle famiglie messe in difficoltà dalla mancanza di lavoro, a chi affronta con sofferenza ma anche con dignità l’impoverimento che la crisi provoca, e anche alle sfide epocali di quanti sono costretti dalla guerra e dalla fame a lasciare le proprie terre per cercare da noi una possibilità di sopravvivenza.
Questa realtà, simile probabilmente a quella che ha lasciato a Crema, ha vissuto e sta vivendo a Como la drammaticità di un flusso notevole e repentino, legato alla vicinanza di una frontiera che è stata percepita come possibilità di trovare una soluzione e che invece si è rivelata ostile.
In una situazione così difficile da sostenere, grazie anche al coordinamento ed alla collaborazione istituzionale tra Prefettura e Comune, la gente comasca ha dato segnali straordinari di generosità, che dalla Caritas, alla Croce Rossa, alle Parrocchie, alle tante associazioni, ha attivato un volontariato consistente e motivato.
L’incontro di questa mattina, al don Guanella, in un luogo simbolo per antonomasia della Carità, Le avrà dato i contorni di una situazione di emergenza che richiede il massimo di energia e di attenzione.
A Lei toccherà coltivare i semi che l’Anno della Misericordia ha profuso abbondantemente, portarli a frutto, far sì che le opere di Misericordia corporali e spirituali siano una modalità concreta di presenza dei cattolici nel sociale, terreno comune di incontro e di lavoro per credenti e non credenti.
Sono tempi di cambiamento, nei quali tutti siamo chiamati a impegnarci con generosità e dedizione, perché la coesione sociale sia obiettivo e cardine su cui innestare ogni intervento: Lei, ne sono certo, saprà lavorare nella Chiesa e nella comunità comasca per delineare percorsi alti, valorizzare i talenti personali, sollecitare chi ha responsabilità nella vita civica, sociale ed economica a impegnarsi per il bene comune.
In questa terra comasca, complessa ma anche forte, ricca di potenzialità e di capacità di lavoro, di intelligenze, di umanità, di slanci, non Le mancherà il sostegno di quanti condividono la speranza in un mondo nuovo e fraterno: la comunità che oggi è qui ad accoglierla esprime una vicinanza ed un affetto che l’accompagneranno e la sosterranno nella Sua missione pastorale.
Benvenuto, dunque, monsignor Oscar, bentornato!”