(ANSA) – MILANO, 08 FEB – Sull’ iscrizione all’anagrafe dei figli di coppie omogenitoriali femminili che abbiano fatto ricorso a procreazione medicalmente assistita all’estero la Corte d’Appello civile di Brescia prende una decisione opposta a quella che l’altro ieri ha visto la Corte d’Appello di Milano accogliere il ricorso della Procura ed escludere la madre intenzionale dall’atto di nascita di due figli accanto alla madre gestante. I giudici bresciani hanno infatti respinto il reclamo con cui il Ministero dell’Interno voleva cancellare in un caso La madre intenzionale dall’atto di nascita sul quale nel 2023 l’aveva ammessa il Tribunale. Mentre Milano si era arrestata di fronte all’assenza di una norma esplicita, Brescia sostiene che "la protratta inerzia del legislatore, pur dopo il severo monito nell’ormai lontano 2021 della Corte Costituzionale», legittimi «una interpretazione evolutiva guidata dalla applicazione di principi costituzionali e sovranazionali» per «superare la mancata tutela dei figli». Un’nterpretazione evolutiva "che non può bollarsi come sostitutiva del compito del legislatore, giacché il diritto vivente è appunto anche intervenire colmando lacune a fronte della inerzia protratta del legislatore". Questo "in attesa e anzi auspicando che il legislatore disciplini in modo organico la materia» per «meglio tutelare i diritti dei bambini». (ANSA).