Si dividono in due parti i documenti del mondo ambientalista comasco al Piano del traffico. Legambiente, Wwf, FIAB Como Biciamo, La città possibile, Ciclofficina par tucc e Como a ruota libera, da un lato – testuale – “sposano completamente gli obiettivi del progetto” e bocciano – come peraltro già fatto da molti altri – l’ipotesi del girone a doppio senso in particolare sul lungolago perché avvicinerebbe il traffico al centro e penalizzerebbe i mezzi pubblici. Poi vengono chieste più isole pedonali e zone 30 e apprezzate le politiche per la mobilità dolce e ciclopedonale.
Ma i veri piatti forti sono in un altro documento, allegato alle osservazioni e preparato precedentemente. Qui arrivano la richiesta di allargare la Ztl a via Milano Bassa, si torna a chiedere nuovi approfondimenti sul tema della metrotranvia ma soprattutto le associazioni ambientaliste si soffermano su sosta e accessibilità.
A fronte dell’invocazione di nuovi parcheggi di corona rispetto alle zone centrali di Como, viene poi testualmente citata l’Area C di Milano come esempio traducibile anche a Como, ovvero con l’ingresso in centro reso a pagamento tramite varchi tecnologici.
Nel documento si chiede poi lo spostamento in zone più periferiche di alcuni uffici pubblici, così da decongestionare le zone dove sono ubicati attualmente.
Il vero clou, però, è nella proposta di far pagare agli organizzatori degli eventi di maggior richiamo in città – mostre, festival, concerti, kermesse di vario tipo – le spese per trasportare in centro i partecipanti. Curioso – e tra l’altro simile a una proposta avanzata anche dal sindaco di Roma, Virginia Raggi – l’ultima idea: la creazione di funivie urbane, in particolare a servizio del collegamento dal centro di Como al quartiere da Lora. “Gli impianti a fune – si legge nel testo – portano un gran numero di persone e hanno costi di installazione e manutenzione relativamente bassi”