Proprietari dell’area ma anche autori della scoperta del “Tesoro di Como”. Il Consiglio di Stato stabilisce che la società “Officine Immobiliari” ha diritto a un premio del 50% del valore del patrimonio archeologico rinvenuto in via Diaz. Mille monete romane ritrovate il 5 settembre del 2018 nello scavo dell’ex Teatro Cressoni.
A distanza di oltre cinque anni, mentre comaschi e turisti aspettano di poter finalmente ammirare il Tesoro di Como, il Consiglio di Stato ha chiuso la contesa sul premio per il ritrovamento delle monete romane.
La Soprintendenza aveva attribuito a Officine Immobiliari un premio di 369mila euro, pari al 9,25% della stima del valore del Tesoro di Como. Alla società non era stato riconosciuto il ruolo di autore della scoperta. Sulla somma era stata inoltre applicata una ritenuta d’imposta del 25%.
La società non aveva accettato il rimborso e si era rivolta al Tar. E se il Tribunale amministrativo aveva di fatto dato ragione alla Sovrintendenza, il Consiglio di Stato ora ha ribaltato la decisione.
“Significa che siamo scopritori del tesoro, oltre che proprietari dell’area. Abbiamo diritto dunque a un risarcimento del 25% come scopritori e del 25% come proprietari”, spiega Saba Dell’Oca, amministratore unico di Officine Immobiliari.
A quanto ammonti il premio deve ancora essere stabilito. La somma è di almeno 2 milioni di euro, cifra che potrebbe però anche più che raddoppiare. Sul valore di quello che fin dall’inizio è stato definito “un ritrovamento epocale” infatti non c’è ancora un parere definitivo. Oliver Pucillo Furer, avvocato, legale rappresentante di Officine Immobiliari, spiega: “Ora è in corso sul valore un separato procedimento di arbitraggio in cui un arbitratore nominato dalle parti o in caso di disaccordo dal presidente del Tribunale attribuirà il giusto valore alle monete. Per noi è compreso tra 9 e 11 milioni di euro, per il ministero 3,9 milioni di euro”.