La città 30 è una misura ideologica che aumenta le differenze tra i cittadini. A dirlo è Matteo Di Benedetto, capogruppo della Lega in consiglio comunale a Bologna. Per questo – spiega di Benedetto – vogliamo un referendum contro la città 30, perché bisogna chiedere direttamente ai diretti interessati, ossia ai cittadini.
Contro la città 30 si è espresso anche il ministro dei trasporti Matteo Salvini, che con il ministero ha preparato una direttiva. Il documento prevede che il limite dei 30 può riguardare solo alcune strade con determinate caratteristiche, non intere aree della città. L’abbassamento del limite quindi può essere possibile ad esempio dove ci sono scuole, ospedali o luoghi senza marciapiedi e molti pedoni. Nella direttiva si legge che “l’imposizione generalizzata di limiti di velocità eccessivamente ridotti potrebbe causare intralcio alla circolazione e risultare pregiudizievole sotto il profilo ambientale”. “Una situazione che – spiega Di benedetto – si sta già verificando a Bologna. La città è paralizzata e i mezzi pubblici hanno ritardi che raggiungono i 40 minuti”.
“Quella della città 30 è una misura ideologica e non calata nella realtà – dice il capogruppo leghista – una misura che crea differenze tra chi può non prendere l’auto e chi invece è obbligato”.