(ANSA) – RIO DE JANEIRO, 25 GEN – A cinque anni dal crollo della diga di Brumadinho in Brasile, che il 25 gennaio 2019 causò la morte di 270 persone e scaricò milioni di metri cubi di rifiuti minerari nel bacino del fiume Paraopeba, la giustizia non è ancora riuscita a indicare i diretti responsabili. Ancora nessuna condanna per la società proprietaria della miniera, la Vale, e la filiale tedesca – la Tuv Sud, che aveva certificato la sicurezza della struttura -, nonostante dalle indagini sia emerso che il rischio di rottura dell’impianto era noto ai vertici aziendali. Le due società e altre 16 persone sono state denunciate dalla procura di Minas Gerais. Nel 2021 è stato firmato un accordo tra il pm, il difensore pubblico, il governo di Minas Gerais e la Vale per riparare i danni causati dalla catastrofe. L’accordo prevede il pagamento di 37,68 miliardi di reais (sette miliardi di euro) per 160 progetti nel bacino di Paraopeba, che vanno dai programmi di trasferimento di reddito al monitoraggio ambientale e ai lavori di sicurezza e ricostruzione. L’accordo prevede anche il pagamento di risarcimenti individuali, ma la questione non è ancora stata affrontata in tribunale. (ANSA).