(ANSA) – BARI, 22 GEN – Rapporti tra magistratura e politica, ruolo e "solitudine" dei magistrati, fisiologiche differenze di funzioni nella nuova carica che da oggi ricoprirà. Questi i temi su cui si è soffermato il nuovo procuratore generale della Corte d’appello di Bari, Leonardo Leone de Castris, fino a pochi giorni fa procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Lecce, nel discorso di insediamento. "Mi mancherà l’adrenalina delle indagini – ha detto – ma adesso avrò più tempo per studiare e nuove funzioni di coordinamento, tra cui quella dell’edilizia giudiziaria che a Bari è sempre un tema caldo". Parlando "della permanente incomprensione tra potere giudiziario e politica", e della difficoltà di "vivere in un paese in cui l’opinione pubblica spesso delegittima la magistratura", de Castris ha detto che "quest’ottica di populismo e di resistenza al potere giudiziario mi inquieta: è come se la circostanza di essere stati eletti possa affrancare dal controllo dell’autorità giudiziaria. È una china pericolosa e in contrasto con i principi sanciti dalla Costituzione, perché l’autonomia e l’indipendenza che la Costituzione ci attribuisce non sono un vantaggio per noi, ma una garanzia per tutti i cittadini". I magistrati, ha aggiunto, devono però ricordarsi "di essere vincitori di un concorso", di non avere "un mandato di rappresentanza" e di essere "solo soggetti alla legge". "I magistrati – ha evidenziato – devono cercare una sorta di solitudine. Dobbiamo rinunciare, ad esempio, a scrivere commenti o insulti sui social nei confronti dei leader politici che non ci piacciono". "Sul piano esterno la magistratura sta attraversando un periodo di grande difficoltà dovuta a una serie di fattori – ha poi spiegato – tra tutti il susseguirsi di riforme spesso sbandierate e poi revocate, che creano grandi confusioni. E non aiuta nemmeno la rincorsa all’efficienza aziendalistica nell’operato della magistratura, perché gli uffici giudiziari non sono aziende". (ANSA).