(ANSA) – VARAPODIO, 19 GEN – Sono due cugini i presunti autori dell’aggressione ai danni di don Giovanni Rigoli, parroco di Varapodio, in provincia di Reggio Calabria, avvenuta la sera del 15 gennaio scorso. Ad individuare i due – per i quali è scattata una denuncia per lesioni, violenza privata e turbamento di funzioni religiose – sono stati i carabinieri della Compagnia di Taurianova. I militari, a distanza di qualche giorno, sono riusciti a ricostruire quanto accaduto all’interno della chiesa di Santo Stefano di Varapodio, quando il sacerdote, al termine di una messa di suffragio per una emigrante da poco deceduta in Australia, è stato aggredito da alcuni parenti della defunta restii a sottostare ad alcune disposizioni parrocchiali legate alla liturgia. Per dare un volto ed un nome ai responsabili del gesto delittuoso, i militari, oltre alla denuncia del parroco, hanno acquisito e analizzato le videoregistrazioni delle telecamere di zona e le testimonianze delle persone presenti al momento del fatto. Così facendo hanno stretto il cerchio attorno a due cugini, uno di Varapodio e l’altro di Taurianova, ritenuti gli autori dell’aggressione. A chiarire i motivi alla base della reazione violenta dei due, uno dei quali segnalato in passato per oltraggio a pubblico ufficiale, è stato lo sacerdote che ha raccontato di essere intervenuto, al termine della funzione, per evitare che si creasse un assembramento di persone. Disposizioni non recepite dai familiari della defunta. A quel punto il prete ha chiesto nuovamente il rispetto delle norme ma è stato raggiunto da uno dei due cugini che, secondo quanto riferito, lo ha afferrato per i polsi e strattonato intimandogli di lasciare immediatamente la chiesa. L’altro presunto aggressore, approfittando del fatto che il prete fosse immobilizzato, si è posto alle sue spalle e gli ha assestato una testata nell’incavo della nuca. Gli accertamenti dei carabinieri proseguono adesso per chiarire anche ciò che è avvenuto all’esterno della chiesa di Santo Stefano a seguito dell’aggressione. (ANSA).