Il 20 gennaio 1999 don Renzo Beretta, parroco di Ponte Chiasso, venne ucciso nella sua abitazione da un uomo al quale aveva offerto aiuto. Domani, a 25 anni di distanza da un omicidio che aveva scosso la città e non solo, il cardinale Oscar Cantoni, vescovo di Como presiederà la messa delle 18 nella chiesa di Ponte Chiasso.
Don Renzo aveva 76 anni. “È importante fare memoria della sua testimonianza di bene, di generosità, di fraternità, di attenzione agli ultimi che ha lasciato a ciascuno di noi come preziosa eredità di Vangelo”, riflette don Angelo Pavesi, alla guida di Ponte Chiasso. “Ricordiamo il sacerdote con una frase che lo caratterizzava: Cara la mia gente. Parole semplici, efficaci, che evidenziano l’affetto che aveva per tutti”, aggiunge don Pavesi.
Nato a Camerlata nel 1923 e ordinato sacerdote nel 1948, don Renzo Beretta svolse il suo ministero pastorale come vicario a Livigno, Mandello del Lario e nella Cattedrale di Como. Nel 1963 fu nominato parroco a Solzago e infine a Ponte Chiasso dal 1984, fino alla morte.
Don Renzo venne accoltellato sulla porta di casa da un 31enne marocchino che era alla ricerca di denaro. Era uno dei moltissimi poveri che si rivolgevano a lui e a cui il sacerdote mai negava un aiuto. Il sacerdote gli disse di tornare più tardi perché non aveva tempo e l’uomo lo colpì a morte.
A Ponte Chiasso, in quegli anni furono accolte molte persone in difficoltà, in particolare migranti stranieri in viaggio verso il Nord Europa. “Nei suoi cinquantun anni di vita sacerdotale don Renzo fu un vero buon pastore a immagine di Cristo, sempre zelante e buono verso tutti e con un’attenzione particolare per i più piccoli e i più poveri”, ricorda la Diocesi di Como.
Si legge nel suo testamento spirituale: Voglio che la mia morte sia un atto di adorazione, di fiducia e di amore per il mio Dio, Signore e Salvatore.