A lezione di manovre salvavita con la quarta edizione di “Viva!” – La Settimana della Rianimazione Cardiopolmonare. L’iniziativa “Salviamo il nostro cuore”, promossa dal Parlamento Europeo e in Italia da Italian Resuscitation Council (Irc), vede in prima linea l’Azienda socio sanitaria Territoriale Lariana che, con il patrocinio di AREU – Azienda Regionale dell’Emergenza Urgenza, ha organizzato cinque incontri per insegnare come intervenire in caso di arresto cardiaco anche se non si ha una preparazione sanitaria specifica.
Durante questi cinque appuntamenti ci sarà la possibilità di imparare, grazie al gruppo di esperti in rianimazione dell’adulto, formato dagli istruttori Blsd (Basic Life Support – Defibrillation) del Centro IRC dell’Azienda socio sanitaria, come effettuare, tramite simulazioni su manichini, il massaggio cardiaco.
Si comincia il 16 e il 17 novembre (h. 8- 13.30) con gli alunni del Liceo Terragni di Olgiate Comasco e si proseguirà il 19 novembre (dalle 9 alle 18.30) con i clienti del Centro Commerciale La Porta d’Europa a Montano Lucino (h. 9-18.30, l’accesso è gratuito e non serve la prenotazione). Poi gli esperti torneranno nelle scuole: il 22 novembre saranno all’I.T.I.SMagistri Cumacini a Como (8 – 13.30) e il 24 novembre alla Scuola Media di Alzate Brianza (8.30-13).
Ai partecipanti che, durante le iniziative, eseguiranno due minuti di rianimazione cardiopolmonare con i formatori aziendali del Centro IRC, di cui è responsabile Franca Stefanoni, sarà rilasciato un attestato di “Bravo soccorritore Viva!” (senza valore legale). Nel 2015 gli istruttori IRC hanno insegnato le manovre a 1140 alunni in provincia Como.
“Intervenire subito praticando subito il massaggio cardiaco esterno e la defibrillazione precoce in attesa dei soccorsi – sottolinea Mario Landriscina, direttore della Macroarea dei Laghi – 118 e direttore del Dipartimento di Emergenza dell’Asst Lariana – potrebbe contribuire a evitare molti decessi”. Il consiglio dato dai sanitari è quello di chiamare il 112, il numero unico per le Emergenze, e seguire le indicazioni dell’operatore, che può indicare le manovre da compiersi in attesa dei soccorsi.
“L’iniziativa “Viva!” – prosegue Landriscina – è un’importante occasione per diffondere la cultura dell’emergenza-urgenza nelle scuole, nei luoghi di aggregazione, nelle famiglie. Ognuno di noi può attivarsi e mettersi in gioco in prima persona nell’attesa che arrivino i soccorsi. Non basta avere una buona organizzazione dei soccorsi territoriali e ospedaliera o utilizzare le nuove tecnologie come, ad esempio, la localizzazione dei pazienti tramite lo smartphone, ma in questa corsa contro il tempo è decisivo il contributo di tutti e la collaborazione tra il personale e chi si trova a dover chiamare il numero dell’emergenza”.
Nell’80% dei casi, con manovre salvavita e defibrillazione, il paziente sopravvive. Anche la capillare diffusione dei defibrillatori sul territorio è cruciale: “In provincia di Como – conclude – ne sono stati posizionati più di 200 sia in strutture pubbliche che private anche grazie all’impegno di Comocuore e di tanti altri come Rotary, Lions, aziende che hanno avuto la sensibilità di comprendere l’importanza della capillare collocazione sul territorio. Da non dimenticare, poi, l’impegno sul fronte dei bambini, portato avanti dal dottor Alfredo Caminiti, primario di Pediatria dell’ospedale Sant’Antonio Abate di Cantù, per insegnare a genitori, nonni e insegnanti le manovre di disostruzione in età pediatrica in caso di ingestione di un corpo estraneo”.
I dati
La morte cardiaca improvvisa è la terza causa di morte più frequente nel mondo, dopo il cancro e le altre malattie cardiovascolari. In Europa sono 400mila le persone che ogni anno muoiono a seguito di arresto cardiaco improvviso – 60mila in Italia – e si stima che la sopravvivenza potrebbe passare dal 5% attuale al 60% se le manovre venissero praticate sin dall’inizio dell’insorgenza dell’arresto cardiaco, in attesa dei soccorsi. Inoltre, se si interviene entro i primi quattro minuti, si possono evitare al paziente gravi conseguenze neurologiche.
In provincia di Como ogni anno 600 persone vanno in arresto cardiaco, il 24% dei casi si verifica in luoghi diversi dal domicilio. L’età media dei pazienti soccorsi è di 72 anni.
L’arresto cardiaco
Si verifica un arresto cardiaco quando il cuore smette di pompare il sangue a tutto il corpo. In questo caso la vittima collassa, non risponde e non respira e si deve chiamare subito il 112 e intervenire con la RCP immediata, cioè la rianimazione cardiopolmonare con 30 compressioni al centro del torace e 2 ventilazione artificiali, e, se fosse presente un defibrillatore semiautomatico, con la defibrillazione