“Sono 17 anni che non abbiamo diritto di parola, che nessuno ascolta quello che noi diciamo ad alta voce dal 10 ottobre del 2007 quando abbiamo ritrattato le nostre false confessioni”. Firmando anche a nome di Rosa Bazzi, Olindo Romano ha scritto una lettera al Tg1. Un testo in cui l’ex netturbino condannato in via definitiva con la moglie all’ergastolo per la strage di Erba dell’11 dicembre 2006 veste i panni della vittima e professa l’innocenza sua e di Rosa.
Olindo Romano ha incontrato nel carcere di Opera il suo tutore, l’avvocato Diego Soddu, dopo che la Corte d’Appello di Brescia ha fissato un’udienza per decidere sull’istanza di revisione del processo per l’omicidio di Raffaella Castagna, Youssef Marzouk, Paola Galli e Valeria Cherubini e il ferimento di Mario Frigerio.
“Per la maggior parte dei giornalisti siamo dei mostri e basta. Non importa se per convincere l’opinione pubblica sono state diffuse bugie di ogni tipo – scrive Olindo – Se la sono presa con due persone che non sapevano come difendersi, che all’inizio hanno avuto un avvocato d’ufficio che durante gli interrogatori è stato quasi sempre zitto. È troppo brutto far uscire la verità che può trattarsi di criminali che hanno fatto tutto questo per la droga?”. Il riferimento è alla pista alternativa ipotizzata dai difensori di Olindo Romano e Rosa Bazzi nell’istanza di revisione del processo. I legali, nel documento fanno riferimento alle attività di spaccio che avrebbero coinvolto Azouz Marzouk, marito di Raffaella e papà di Youssef e alla pista della vendetta nell’ambito del traffico di stupefacenti come movente della strage.
Olindo Romano torna anche sulle confessioni, poi ritrattate. “Provate a mettervi al nostro posto, due persone semplici che all’improvviso vengono prima indicate come colpevoli e poi portate in carcere. Soli e spaventati, chiusi in cella per due giorni, senza capire cosa stava succedendo”, scrive l’ex netturbino.
“Noi siamo innocenti – conclude Olindo parlando anche a nome della moglie – continuiamo ad avere fiducia nella giustizia e non passa giorno che non pensiamo a quelle povere vittime di una strage che è ancora senza colpevoli”.
Olindo Romano e Rosa Bazzi torneranno di nuovo in aula il prossimo primo marzo, oltre 17 anni dopo la strage di Erba e a quasi 13 anni dalla sentenza definitiva di condanna dei coniugi all’ergastolo.