(ANSA) – NAPOLI, 11 GEN – Sarà utilizzata la stessa pistola, quella d’ordinanza sequestrata, e il materiale usato dall’Fbi per simulare un cranio umano, nell’esperimento giudiziale disposto nell’ambito del processo sull’omicidio di Ugo Russo, il 15enne ucciso da un carabiniere, la notte del 29 febbraio 2020, a Napoli, mentre, armato di una replica di una pistola e insieme con un complice, stava tentando di rapinare l’orologio al militare. Nel corso dell’udienza di ieri, la Corte di Assise di Napoli ha affidato l’incarico al perito Emanuele Paniz il quale, già nell’incidente probatorio aveva individuato l’ogiva che ha provocato la morte. In quell’occasione, però, non venne tenuto conto dell’impatto dell’ogiva su uno stipite presente in via Generale Orsini, successivo a quello sul casco del giovane che venne trapassato. Ora, invece, lo stipite verrà rimosso e utilizzato per la ricostruzione balistica. L’obiettivo sarà non solo confermare, o meno, se l’ogiva in questione sia quella fatale, ma anche determinare quale distanza separava Russo e il militare al momento dell’esplosione di quel proiettile. "Stiamo andando avanti e siamo alle prese con tutti gli aspetti di questo complesso ed estremamente tecnico processo – dice all’ANSA l’avvocato Giovanni Fusco, legale della famiglia Russo insieme con Domenico Di Donato e Antonio Mormile – siamo fiduciosi e credo che questo esperimento giudiziale rappresenterà una conferma delle risultanze probatorie già emerse". All’esito di questo esperimento sarà determinante valutare se Russo rappresentava ancora una minaccia per il carabiniere vittima del tentativo di rapina. Per gli accertamenti verranno anche usati i proiettili sequestrati al militare e altri dello stesso tipo e dello stesso lotto, oltre che un casco del tutto simile a quello che indossava il 15enne. La comparazione tra le tracce rilevate sul casco di Ugo e quelle che verranno riscontrate sul copricapo usato per l’esperimento giudiziale potrà fornire ulteriori dati circa la distanza che separava vittima e imputato. Le risultanze dovrebbero giungere entro novanta giorni ma è verosimile che, proprio a causa della complessità degli accertamenti e dei quesiti posti, il deposito degli esiti possa slittare. (ANSA).