(ANSA) – ROMA, 10 GEN – La "Pagina della memoria" per ricordare. Oggi a Roma, alla sede centrale del Consiglio nazionale delle ricerche, si è svolta la cerimonia di apposizione di quattro pietre di inciampo in memoria della famiglia Anticoli: Giacomo Anticoli – dipendente dell’Ente che dimorava nell’edificio dove ha sede l’amministrazione centrale – la moglie Gemma e le figlie Luciana e Fiorella, che in conseguenza dell’applicazione delle "leggi razziali" furono deportati ad Auschwitz, senza più fare ritorno. Si tratta della prima installazione di pietre di inciampo in un ente pubblico di ricerca, a un anno esatto dalla firma dell’accordo di collaborazione per l’avvio del progetto "Pagina della Memoria", sottoscritto dal Cnr insieme a Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, all’Accademia nazionale dei Lincei, alla Comunità ebraica di Roma, all’Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche e all’Unione delle comunità ebraiche italiane, rappresentate dalla presidente Noemi Di Segni. Il progetto è finalizzato alla raccolta e divulgazione di testimonianze dei cittadini di religione o di origine ebraica, espulsi o allontanati dagli enti di ricerca, dalle università e dalle accademie. L’evento si è svolto alla presenza, tra gli altri, dell’Ambasciatore d’Israele in Italia Alon Bar. In rappresentanza del ministero dell’Università e della Ricerca era presente l’ex senatrice, attuale consigliere di Anna Maria Bernini, Maria Alessandra Gallone, che ha letto un messaggio della ministra: "Di fronte a uno scenario segnato da drammatici avvenimenti e forti tensioni internazionali, dopo il terribile attacco terroristico dello scorso ottobre da parte di Hamas su civili inermi, la luce di queste pietre, la chiarezza della ricerca e della conoscenza devono brillare ancora più luminose", le parole di Bernini."L’apposizione delle pietre d’inciampo" ha il "grande valore di arricchire il patrimonio della memoria condivisa da trasmettere alle generazioni più giovani" ha ricordato, come delegato del sindaco di Roma, l’assessore alla Cultura Miguel Gotor. "Ed è un monito – ha sottolineato -, affinché ciò che è stato non si ripeta mai più". (ANSA).