Diciassette anni dopo la strage di Erba e dodici anni dopo la sentenza definitiva, il prossimo primo marzo Olindo Romano e Rosa Bazzi torneranno in un’aula di tribunale. La Corte d’Appello di Brescia ha fissato l’udienza per discutere della richiesta di revisione del processo e ha emesso un decreto di citazione dei coniugi. Olindo e Rosa sono stati condannati all’ergastolo per l’omicidio di Raffaella Castagna, Youssef Marzouk, Paola Galli e Valeria Cherubini e per il tentato omicidio di Mario Frigerio.
Nei mesi scorsi sono state presentate tre distinte istanze di revisione del processo, due dalle difese di Olindo Romano e Rosa Bazzi e una redatta dal sostituito procuratore di Milano Cuno Tarfusser. Il decreto di citazione della seconda sezione penale della Corte d’Appello di Brescia fa riferimento alle tre richieste e fissa l’udienza per discutere tutte le istanze.
Le richieste di revisione
La sentenza messa in discussione dalle difese di Olindo e Rosa e dal sostituto procuratore Tarfusser è la condanna all’ergastolo pronunciata dalla Corte d’Assise di Como il 26 novembre 2008, confermata nei successivi gradi di giudizio e diventata irrevocabile il 3 maggio 2011.
Per i difensori di Olindo Romano e Rosa Bazzi ci sarebbero “nuovi elementi sufficienti a far riaprire il caso”. Il sostituto procuratore generale Tarfusser dal canto suo mette in dubbio tre delle prove che in tre gradi di giudizio sono state ritenute “certezze granitiche”. Definisce il riconoscimento del testimone Mario Frigerio “inattendibile”. Indica la prova della macchia di sangue come “fortemente dubbia”. E fa riferimento alle confessioni di Olindo e Rosa e le definisce “indotte con modalità che definire poco ortodosse è fare esercizio di eufemismo”.
La procura di Como
Dopo l’istanza di Tarfusser, la procura di Como ha rotto un silenzio durato 16 anni con un documento ufficiale del procuratore della Repubblica Massimo Astori. “La responsabilità penale di Rosa Bazzi e Olindo Romano è stata affermata nei tre gradi di giudizio previsti. I giudici hanno espresso valutazioni ampiamente positive delle prove raccolte dalla pubblica accusa”. Astori aveva ricordato non solo i tre gradi di giudizio, ma anche le successive decisioni di Corti diverse, seguite alle numerose istanze presentate dalla difesa. “Tutte ritenute prive di qualsiasi novità e di attitudini probatorie significative”, ha precisato.
Gli avvocati
Il primo marzo prossimo toccherà alla Corte d’Appello di Brescia decidere sulle istanze di revisione del processo. “Adesso ci attende un processo, siamo soddisfatti e ci auguriamo che questa volta finisca in un altro modo, con l’assoluzione di Olindo Romano e Rosa Bazzi”, il commento di uno dei difensori, l’avvocato Fabio Schembri.
“Ribadiamo la convinzione che giustizia è stata fatta da tempo e che la sentenza di Como è corretta – dice Massimo Campa, legale della famiglia Castagna – Se ora si vorrà aprire una nuova verifica che si faccia, ribadiamo la fiducia nella magistratura. C’è lo sconforto di dover essere sempre al centro dell’attenzione anche mediatica per una famiglia alle prese con una ferita che non si chiude mai”.