(ANSA) – PECHINO, 07 GEN – Pechino, a pochi giorni dalle elezioni presidenziali e politiche di Taiwan del 13 gennaio, ha deciso di punire, "in conformità con la legge cinese sulle sanzioni anti-straniere", un totale di cinque società Usa dell’industria della difesa "in risposta alle nuove vendite di armi" all’isola "e alle sanzioni americane contro imprese e individui cinesi con vari pretesti". Si tratta – si legge in una nota di un portavoce del ministero degli Esteri cinese – di Bae Systems Land and Armament, Alliant Techsystems Operation, AeroVironment, ViaSat e Data Link Solutions. Pertanto, l’invito agli Usa è di "smettere di armare Taiwan e di prendere di mira la Cina con sanzioni unilaterali illegali", altrimenti "ci sarà una risposta forte e risoluta da parte cinese". Le contromisure decise contro le cinque compagnie americane consistono "nel congelare le proprietà di tali società in Cina, compresi i loro beni mobili e immobili, e nel vietare alle organizzazioni e agli individui in Cina di effettuare transazioni e di cooperare con loro". Le vendite di armi Usa alla "regione cinese di Taiwan rappresentano una palese violazione del principio della ‘Unica Cina’ e delle disposizioni dei tre comunicati congiunti Cina-Usa" e le sanzioni "unilaterali illegali che gli Stati Uniti hanno imposto ad aziende e individui cinesi, sotto vari falsi pretesti, danneggiano gravemente la sovranità e gli interessi di sicurezza della Cina, minano la pace e la stabilità attraverso lo Stretto di Taiwan e violano i diritti e gli interessi legittimi delle aziende e degli individui cinesi". Pechino, condannando "con forza" e "opponendosi a tutto ciò", ha messo in guardia che il governo centrale "rimane fermo nella sua determinazione a salvaguardare la sovranità nazionale, la sicurezza e l’integrità territoriale e a proteggere i diritti e gli interessi legittimi delle aziende e dei cittadini cinesi". (ANSA).