(ANSA) – NEW YORK, 04 GEN – E’ stata completata l’installazione della rete anti-suicidi sul Golden Gate Bridge di San Francisco. Dalla sua inaugurazione nel 1937 quasi 2.000 persone si sono tolte la vita lanciandosi dal famoso ponte rosso della città californiana. Come riportano i media Usa, la rete abbraccia la parte est e ovest del ponte lungo tutta la sua lunghezza, si trova a 6 metri sotto il piano viabile e si allunga sopra l’acqua per circa 3 metri. La prima richiesta di prendere provvedimenti per limitare il rischio di suicidi è arrivata poco dopo l’apertura del ponte, otto decenni fa, ma è stato un piccolo gruppo di genitori di vittime o di sopravvissuti a fondare la Bridge Rail Foundation nel 2006 e a portare a termine il lavoro. Tra di loro, anche Kevin Hines: all’età di 19 anni, nel 2000, si è gettato dal Golden Gate Bridge mentre lottava con un disturbo bipolare, e si è pentito di quel gesto non appena le sue mani hanno lasciato la ringhiera. Il tuffo nell’Oceano Pacifico per l’equivalente di 25 piani gli ha causato la rottura della schiena, ma è comunque stato una delle 40 persone miracolosamente sopravvissute dopo essersi gettate. Hines, suo padre e un gruppo di genitori che hanno perso i propri figli hanno chiesto incessantemente una soluzione per due decenni, incontrando la resistenza di chi non voleva alterare l’estetica dell’iconico ponte. "Se la rete fosse stata lì avrei ricevuto immediatamente l’aiuto di cui avevo bisogno e non mi sarei mai rotto tre vertebre – ha detto Hines – Sono così grato che un piccolo gruppo di persone che la pensano allo stesso modo non abbia mai rinunciato a qualcosa di così importante." (ANSA).