(ANSA) – GENOVA, 03 GEN – "Mia nipote Nada, pochi mesi prima dell’omicidio, mi disse che in quel periodo era preoccupata per due motivi: il primo era relativo a delle grosse somme di denaro, contenuto in buste, che lei aveva notato girare in ufficio. Il secondo riguardava le avances che riceveva in maniera pressante dal titolare". E’ la testimonianza di Saverio Pelle, lo zio di Nada Cella, la segretaria massacrata a Chiavari il 6 maggio 1996 nello studio di Marco Soracco. Il racconto, che per gli inquirenti svelerebbe il motivo per cui il commercialista ha sempre taciuto sul coinvolgimento di Annalucia Cecere, è contenuto nella richiesta di rinvio a giudizio del pm Gabriella Dotto. Il magistrato ha chiesto il processo per Cecere, ritenuta l’assassina, per Soracco e sua madre Marisa Bacchioni che avrebbero mentito agli investigatori dopo la riapertura delle indagini. "Nada mi disse anche che il commercialista aveva compreso che lei aveva scoperto l’esistenza di giri di denaro sospetti – ha detto Pelle – e che le aveva detto che non le avrebbe più consentito di lasciare l’ufficio". Lo zio suggerì alla nipote di licenziarsi. "Mi ricordo di essermi spaventato per quanto detto da Nada perché dove girano grosse somme di denaro è ipotizzabile l’esistenza di fatti illeciti di una certa gravità perciò le dissi di non dire niente a nessuno e di pensare solo a licenziarsi. Per questo le consigliai di lasciare al più presto quel posto perché avevo il timore che le succedesse qualcosa". Per il pm questo racconto "darebbe significato al silenzio serbato per anni da Soracco e dalla madre di lui sulla persona della Cecere: essere stato presente a una brutale aggressione e non avere avuto la forza o la capacità di intervenire, e avere paura di essere accusato di una qualche forma di complicità, appare ragione sufficiente a giustificare il silenzio". Dalle carte emergerebbe anche l’indole di Cecere. Gli investigatori hanno scoperto che la donna venne sospesa dall’insegnamento e licenziata per le continue assenze e perché nel 2015 afferrò un bimbo per la parte posteriore del collo e lo costrinse a inginocchiarsi "per visionare un muro leggermente scrostato a seguito dello spostamento di banchi da lei stessa effettuato". (ANSA).