(ANSA) – BOLOGNA, 20 DIC – Quasi duemila firme per salvare Casa Manfredi, l’unica casa partigiana del Comune di Reggio Emilia sulla quale campeggia il murales ‘Partigiano reggiano’ ben visibile anche dall’autostrada. Oggi pomeriggio, al termine della seduta del Consiglio regionale, una delegazione di dieci reggiani è stata ricevuta a Bologna dal presidente Bonaccini e da Emma Petitti, presidente dell’Assemblea legislativa. Ad accompagnare il gruppo l’assessore alla Casa e alla Partecipazione, Lanfranco de Franco, Alessia Remondini di Anpi, Simonetta Gilioli e Giorgio Paterlini di Istoreco, Anna Salsi, Maurizia Fiorani, Marina Ligabue e Dario De Lucia dell’Anpi di Villa Sesso, che lo scorso maggio ha promosso la petizione popolare che chiedeva di mettere in sicurezza permanente la casa dove vissero i fratelli Manfredi, martiri della Resistenza. La delegazione ha sottolineato come Casa Manfredi abbia bisogno di un’importante ristrutturazione. È urgente mettere in sicurezza l’edificio per evitarne il crollo e il danneggiamento del murales intitolato al ‘Partigiano reggiano’, ma anche riqualificare l’area verde a disposizione di scolaresche e visitatori di ogni età, ha spiegato. Per questo da un laboratorio di cittadinanza è emersa l’idea di indire un concorso di idee. Casa Manfredi è stata una casa di latitanza utilizzata dai giovani partigiani come rifugio e punto d’appoggio. Il percorso storico per recuperarla è iniziato con la sua riapertura nel 2019 e, nell’anno successivo, con la realizzazione della grande opera murale di street art intitolata al ‘Partigiano Reggiano’ (dalla canzone di Zucchero Fornaciari), collocato nella facciata nord della casa e visibile dalla A1. Inaugurata il 27 settembre 2020 e realizzata dagli artisti Neko e Maik, l’opera voluta da Istoreco, Anpi e Comune di Reggio Emilia è divenuta una "nuova porta" della città. Il murale rappresenta i cinque membri della famiglia Manfredi – il padre Virginio e i figli Alfeo, Gino, Aldino e Guglielmo – ritratti insieme a Ferdinando Miselli e ai figli Remo e Ulderico, uccisi dai fascisti durante l’eccidio di Villa Sesso, di cui oggi ricorre il 79esimo anniversario. (ANSA).