Manca un mese al referendum costituzionale (4 dicembre) e i comitati per le due posizioni organizzano incontri e iniziative. Stasera, a Cantù, il comitato per il sì della provincia di Como – presieduto da Giovanni Pontiggia – ha invitato Maurizio Lupi, capogruppo di Nuovo Centrodestra alla Camera, già ministro dei Trasporti.
Perché sì?
“Ammodernare le istituzioni per un Paese significa più efficienza e capacità di risolvere i problemi. Dobbiamo superare un bicameralismo che ha dato tanti alibi alla politica. Dobbiamo dimostrare di avere il coraggio di rendere più efficienti le istituzioni, la macchina che permette di dare risposte ai cittadini“.
I promotori del no sostengono come sia a rischio il sistema di pesi e contrappesi che garantisce la democrazia.
“Si chiede ai cittadini di esprimersi nel merito di una riforma. Le istituzioni funzionano? Se la risposta è sì, è giusto che i cittadini votino no. Se invece come tutti pensiamo si debbano ammodernare, è giusto entrare nel merito. Che vinca il sì o il no, comunque non ci saranno cataclismi. Ma è in gioco la possibilità di decidere tra l’immobilismo e l’ammodernamento. Nessun attacco alla democrazia.
Il referendum ha assunto anche un peso politico. Rischia di diventare un passaggio di verifica del consenso nei confronti di Renzi.
“Questo è un errore. Mai un referendum costituzionale è stato un momento di verifica del consenso politico, che si misura tramite le elezioni. Ha fatto un errore Renzi, nel personalizzare e politicizzare il referendum, ma l’ha riconosciuto. Non guardiamo agli errori del passato”.