Il forno crematorio del Cimitero Maggiore di Como ha funzionato a singhiozzo per anni. Da cinque mesi, però, è fuori servizio. E i comaschi devono girare mezza Italia per far cremare i propri defunti. L’impianto, dicono dal Comune di Como, è “tecnologicamente superato”. Si rompe di continuo, quindi va cambiato.
“Abbiamo avviato a marzo una procedura di project financing, per un intervento da oltre due milioni di euro: sostituzione dell’impianto, miglioramento dei servizi e raddoppio della sala di commiato”, dice Marcello Iantorno, assessore ai Servizi Cimiteriali.
Il project financing è una forma di partenariato tra pubblico e privato. In Comune sono arrivati due progetti di due aziende diverse. Una commissione li analizzerà a fondo, poi – arrivata a un progetto – bandirà una gara tra il proponente e altri soggetti eventualmente interessati per l’aggiudicazione del progetto definitivo.
L’unico, grosso problema è relativo ai tempi. “La commissione finirà il lavoro entro metà gennaio. Poi, il bando”, dice Iantorno. Difficile pensare che qualcosa si muova prima della primavera dell’anno prossimo.
Quindi, nel frattempo, che faranno i comaschi che vogliono cremare i propri defunti? “Stiamo programmando una sistemazione temporanea del forno esistente – risponde Iantorno – purtroppo però l’operazione richiederà ancora un paio di mesi. Sto quindi cercando una soluzione. Vorrei, tramite imprese disponibili a collaborare, offrire un servizio di cremazione in impianti vicini, entro il 30-40 chilometri da Como, senza che i cittadini debbano pagare l’onere della trasferta”. In altre parole, i comaschi pagherebbero la stessa tariffa di una cremazione a Como.