Non ci sono i vecchi merletti del celebre film, ma l’arsenico sì. Così come tricloroetilene, ferro e manganese. Ancora veleni nelle acque sotto la Ticosa, in breve. Ed è per questo che si apprende in queste ore, un po’ a sorpresa, che a oggi non un solo centimetro dell’area si può ancora definire bonificato. Nonostante 4 anni e mezzo di lavori e una spesa di 6,5 milioni.
Mancano i collaudi e sebbene ampia parte del sottosuolo sia già stato ripulito, oggi il problema si chiama soprattutto falda acquifera, ultimo ostacolo alla chiusura della bonifica.
Il punto è che i campionamenti sullo stato della falda affidati lo scorso dicembre al laboratorio Cear di Merone dal Comune di Como hanno confermato la presenza di inquinanti e veleni.
Cosa non nuova in assoluto, visto che già nel 2014 un primo incarico da 16 mila euro affidato dall’amministrazione alla società Altiene Ingengneri Associati rilevò sostanze nella falda. Ma ai tempi la presenza veniva spiegata con l’arrivo da altre zone della città, veleni trasportati lì dai corsi d’acqua.
Ora, invece, Regione Lombardia ha voluto vederci più chiaro e la scorsa settimana ha convocato Provincia, Comune, Arpa e Ats per fare il punto della situazione. E’ dunque emersa la necessità che Palazzo Cernezzi compia ulteriori analisi delle acque, perché i tecnici di Villa Saporiti – che dovrebbero collaudare e chiudere la bonifica – chiedono l’assoluta certezza sull’origine degli inquinanti prima di decidere.
Se venisse accertato che l’origine degli inquinanti fosse ancora eredità diretta dell’ex tintostamperia Ticosa, dunque avesse origine nell’area stessa, per il Comune sarebbe necessario avviare l’ennesima bonifica. Con altri soldi e altri tempi lunghi da mettere in preventivo.
Se invece l’origine fosse esterna e proveniente da altre parti, il problema si ridurrebbe sensibilmente. Ma finché non sarà risolto questo rebus, la Provincia e agli altri enti coinvolti non collauderanno la bonifica.
In pratica, dopo 4 anni e mezzo e una valanga di soldi pubblici già spesi, Il futuro della Ticosa può ancora aspettare.