Operazione nostalgia, recupero della memoria televisiva – una stagione breve ma molto felice – che attinge dall’immaginario di quelle generazioni che, a cavallo tra gli anni ’80 e ’90, si trovavano nel pieno dell’adolescenza. Zio Tibia, il pupazzone siglato Italia Uno, ha accompagnato le notti horror di milioni di telespettatori ha sdoganato il genere (cinematografico e letterario) dalla nicchia, pur ampia, degli appassionati. Lo ha trasformato in un oggetto Pop, prima del Pop-Social (pure gli amanti – rigorosi e oltranzisti, quasi manichei – dei primissimi fumetti, al tempo, capirono il senso dell’operazione).
Due registi comaschi, i fratelli – gemelli – Copertino, Max e Ale (il secondo è una delle colonne portanti del comparto registico-creativo di Etv) hanno realizzato un documentario su Zio Tibia. Un lavoro certosino, dettagliato, esegetico, un viaggio nel mondo malefico, nella cripta della paura.
I due autori hanno intervistato protagonisti, voci originali e autori, hanno scoperto pieghe, leggende e retroscena realizzando, tra l’altro, una nuova puntata dello show in esclusiva per il documentario. Peraltro sono riusciti – unici nella storia – a intervistare Fabrizio Casadio (voce di Zio Tibia), poco prima della morte. Il lavoro è stato proiettato in anteprima a “I giardini della paura” storico festival horror di Parma arrivato alla diciannovesima edizione, la scorsa estate.
Venerdì sera (4 novembre) il Videodoc sarà proiettato per la prima volta a Como. Ovviamente nell’auditorium di Etv. Appuntamento aperto a tutti, alle 21.30. (Altro che pulp, questo è horror vero)
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