Clacson impazziti, sirene e forze dell’ordine ad ogni angolo. Ma è davvero così che i comaschi devono vivere? Misure di sicurezza così stringenti per evitare che i tifosi entrino in contatto e degenerino in rissa. Il tutto in un contesto viabilistico fragilissimo in cui basta un micro tamponamento per mandare tutto in tilt.
Le immagini di ieri ripropongono uno scenario ben noto ma non per questo tollerato. Una città bloccata in piena ora di punta per consentire il passaggio dei tifosi ospiti diretti allo Stadio Sinigaglia per assistere al derby tra Como e Lecco. Viale Innocenzo chiuso per 29 minuti all’altezza dell’incrocio con via Gallio. Decine e decine di uomini delle forze dell’ordine schierati. All’arrivo e poi all’uscita, seppur ormai a quell’ora i mezzi in circolazione erano molti meno. Clacson impazziti di automobilisti spazientiti che sono rimasti bloccati nel traffico a lungo. Così come gli utenti dei mezzi pubblici, pure loro rimasti in attesa. Già bisogna ringraziare che non ci sono stati scontri tra i supporters visto che la rivalità tra le due tifoserie e storica. Intanto un fumogeno – come racconta una mamma – è finito nel giardino della scuola primaria Corridoni di via Sinigaglia che ha danneggiato una parte del muro posteriore vicino all’orto dove c’è la palestra. “Chi interverrà per sistemare? – tuona la donna che peraltro abita nelle vicinanze dell’istituto e ieri sera, uscita per andare a ritirare la figlioletta a danza, si è immessa nella viabilità paralizzata e impazzita con il timore di non arrivare in tempo.
Ironia e rabbia ma anche riflessioni più approfondite si sono susseguite sui social. Molti i commenti sulla pagina Facebook di Etv commentando quanto accaduto. C’è chi non esita a definire la città una giungla e parla di deviazioni mal gestite. Chi aggiunge: “E’ ridicolo che per pochi tifosi ci sia stato uno spiegamento di forze tali”. Chi torna a chiedere di spostare lo stadio e chi si domanda: “Il tutto per cosa? Non per andare a vedere una sana partita, ma per tamponare alcuni incivili che se lasciati scorrazzare per la città creerebbero danni. In nome di 4 scappati di casa sono i comaschi a pagarne le conseguenze”. “Educate i tifosi” si legge in un altro commento. “Gente che deve andare a lavoro o che deve tornare a casa, che ha orari da rispettare. Tutto all’aria per una partita di calcio”. Altri ancora chiedono quanto costerà alla collettività un simile spiegamento di forze dell’ordine. Altri propongono partite a porte chiuse per le gare più delicate. A stretto giro, peraltro, lo scenario potrebbe ripetersi. Il 10 dicembre alle 16.15, domenica che chiude il lungo ponte dell’Immacolata, al Sinigaglia arriverà il Modena, altra rivale storica. Basti ricordare quanto accaduto il 5 marzo scorso con gli scontri pre partita scoppiati in viale Varese che hanno portato a denunciare 22 supporters di entrambe le squadre e ad emettere una serie di Daspo. Sabato 23 dicembre, nel pieno dello shopping natalizio, arriverà poi il Palermo, altra gara considerata a rischio dopo i recenti scontri tra tifosi.
Ma il problema non sono solo i match di questo tipo. Perché la paralisi viabilistica è una costante per garantire ordine ed evitare situazioni di pericolo anche per i 25 tifosi al seguito della FeralpiSalò. Non ci si abitua e non si digerisce una situazione del genere. Lo sport dovrebbe unire, dovrebbe generare sfottò, ma non imbrigliare una città in misure di sicurezza così stringenti soltanto per evitare il contatto tra avversari e quindi possibili situazioni di rischio per tutti.