“Quella donna mi ha messo le mani in bocca e non è una dentista”. E’ l’accusa rivolta da una paziente comasca a una donna che lavora come segretaria amministrativa e assistente di poltrona in uno studio della provincia di Como, nel Canturino e che, non essendo dentista, per legge non può effettuare alcun intervento odontoiatrico.
I fatti risalgono al periodo compreso tra il 2009 e il 2010. La donna curata dall’ambulatorio, che si è costituita parte civile (tramite l’avvocato Claudio Bocchietti), era oggi presente in aula.
In aula anche gli imputati: l’assistente-segretaria accusata di aver operato, e il direttore sanitario dell’ambulatorio. L’accusa è di esercizio abusivo della professione in concorso.
Stamattina, davanti al giudice Nicoletta Cremona, l’esame dei due imputati. Ha parlato per prima l’assistente di poltrona e segretaria dello studio. La donna – che peraltro ha denunciato per calunnia la paziente – ha smentito di aver effettuato interventi odontoiatrici. Una versione confermata dal secondo imputato, il direttore sanitario dell’ambulatorio. La pubblica accusa ha quindi chiesto agli imputati come mai la paziente, che ha pagato una lunga serie di cure, avrebbe portato la storia in tribunale se non fosse stata realmente operata dall’assistente di poltrona. Lei, l’assistente di poltrona e segretaria, non ha risposto. “Per riavere i soldi”, ha risposto invece il direttore sanitario.
Il giudice ha rinviato l’udienza al pomeriggio del 26 gennaio, giorno in cui – probabilmente – verrà pronunciata la sentenza.
Spero che il 26 gennaio, in caso di sentenza di condanna dell’ambulatorio dentistico, si conosca anche il mome dello studio…