(ANSA) – TRIESTE, 03 NOV – L’avvocato Alexandro Maria Tirelli, difensore dello skipper montenegrino Milos Radonjic arrestato il sei ottobre scorso in esecuzione di un mandato di arresto internazionale emesso dalle autorità giudiziarie statunitensi, ha chiesto in una lettera al ministro della Giustizia Carlo Nordio di porre un veto all’ estradizione negli Stati Uniti del suo assistito, ponendo un caso nel "principio di reciprocità e bilateralità" che deve regolare i rapporti in questo ambito tra i due Paesi e che invece da tempo vedrebbero "gli Stati Uniti in una condizione di dominus". Tirelli cita vari casi: il Cermis, Amanda Knox, Jonathan James Coan, "cittadino italo-americano ricercato dalla Procura di Gorizia per un reato da codice rosso in relazione al quale probabilmente non verrà mai sottoposto a misura cautelare". Soprattutto ricorda Chico Forti per il quale "i dubbi sulla colpevolezza sono ormai notevoli e coltivati dall’intera opinione pubblica (anche statunitense)". Di Forti, "che invano chiede una rivisitazione critica e analitica dell’iter giudiziario che ha portato a una pesante condanna", Tirelli sottolinea che non si riesce a ottenere l’estradizione "nonostante tale trasferimento, previsto dalle normative internazionali, sia stato oggetto di molteplici dialoghi e intese tra il presidente Biden e il nostro Primo Ministro Giorgia Meloni". Il legale, che è anche presidente delle Camere penali internazionali, nella lettera al ministro ricorda il trattato di Strasburgo del 1983 che "consente al cittadino italiano di scontare la pena nel Paese di origine". Ed oggi dice all’ANSA: "La consegna di Chico Forti deve essere considerata dal Governo il punto nodale e la condizione ostativa affinché l’Italia dia seguito al rapporto di amichevole e proficua cooperazione con gli Usa in campo penale". Forti, di 64 anni, è un produttore televisivo italiano arrestato nel 1998 per l’omicidio di Dale Pike. (ANSA).