E’ sempre più avvelenato il clima nell’azienda di trasporto di Como e provincia. La decisione dei sindacati di annullare d’imperio il referendum svolto sui nuovi accordi proposti dai vertici di Asf circa i premi di produttività non è affatto piaciuta ai vertici della società.
Innanzitutto, non è stata condivisa la contestazione rivolta alla partecipazione di quadri e dirigenti alla consultazione, per cui è stata avviata una fase di valutazione e verifica sula regolarità di quanto accaduto. E non è finita: perché intollerabile dai vertici aziendali è stata giudicata l’immediata distruzione delle schede già votate, subito dopo l’annullamento del referendum.
Ma questi sono soltanto alcuni dei punti caldi che agitano il fronte. Sempre oggi, dall’altro lato della barricata, è proseguito in massa lo sciopero bianco degli autisti che ha determinato ancora una volta la cancellazione di numerose corse. In particolare, sono saltati ben 8 viaggi sul tragitto Como-Appiano e diversi altri su tratte differenti. In totale, almeno secondo il report ufficiale di Asf, le corse non effettuate sono state una quindicina con gli inevitabili disagi collegati. Per ovviare al problema, non è escluso che nei prossimi giorni l’azienda ricorra anche ad altro personale per guidare gli autobus, naturalmente affidandosi a figure interne con l’esperienza di guida e i documenti necessari.
I prossimi dieci giorni, in questo scenario, si annunciano cruciali per capire come andrà a finire la contesa. Senza una ratifica ufficiale dei nuovi accordi che modificano i bonus sulla produttività dei lavoratori, le buste paga degli autisti perderanno anche per il mese di ottobre una cifra media tra i 200 e i 260 euro.
Eventualità ritenuta inaccettabile sia dai dipendenti che dagli stessi sindacati, che hanno già annunciato un probabile inasprimento delle forme di protesta. E a quel punto anche l’ipotesi estrema di uno sciopero non sarebbe più da escludere.
Nella serata di ieri è arrivata anche una nota ufficiale dell’azienda: “Siamo dispiaciuti per la scelta della Cgil di annullare il referendum, scelta che procrastinerà i tempi e che lascia una situazione di incertezza. Come già detto non è previsto nessun taglio degli stipendi, ma una semplificazione e innovazione degli accordi aziendali che consentiranno anche a chi non ne ha avuto a oggi diritto di avere un ulteriore riconoscimento in busta paga. Le decurtazioni da loro denunciate, arretrati compresi, saranno riconosciute una volta firmati gli accordi con decorrenza dal 1 settembre“.