AGGIORNAMENTO ORE 20.20 – Regione Lombardia risponde al sindaco Lucini chiudendo, di fatto, una porta in faccia al Comune di Como: “Nessun incontro previsto”. Qui i dettagli.
“Il Comune di Como ha già sostanzialmente evaso tre delle quattro richieste di Regione Lombardia. Anche qui nessuno intende perdere tempo. Resta aperta la questione della nomina del nuovo direttore dei lavori, questione, come Lei sa, complessa e sulla quale, anche alla luce di quanto avvenuto sin qui, necessita la massima attenzione sia sotto il profilo amministrativo sia legale. La delibera da noi adottata chiarisce bene quale sia lo scoglio tecnico che non consente, al momento, ai dirigenti comunali di procedere a tale nomina. Non si tratta dunque di una presa di posizione politica, di negligenza o di eccessiva prudenza, bensì di un approccio serio a un complicato passaggio che dobbiamo affrontare lavorando tutti nella stessa direzione, nel rispetto della legislazione in materia di appalti pubblici”.
In una lettera inviata oggi il sindacodi Como, Mario Lucini, anticipa a Roberto Maroni le motivazioni che hanno portato la giunta di Palazzo Cernezzi ad approvare una delibera di contestazione dei presupposti della diffida emanata da Regione Lombardia. “Le chiedo un incontro risolutore nelle opportune sedi e per il quale offro sin d’ora la mia totale disponibilità – prosegue il primo cittadino – Se Regione Lombardia ha una soluzione pronta e incontestabile, che possa soddisfare le esigenze di legittimità e trasparenza richieste dalla legge, sarò lieto di appoggiarla. So che Lei preferisce l’azione alla polemica. Per me vale esattamente lo stesso. Credo quindi che un nostro confronto franco e deciso potrà portare a risultati concreti”.
Le quattro richieste, relative al cantiere sul lungolago, riguardano l’istituzione dell’ufficio di direzione lavori, la richiesta alla Procura di Como del dissequestro o dell’accesso temporaneo/acquisizione di copie degli atti progettuali e dei lavori per l’avvio delle attività da parte del nuovo Rup e Dl, la definizione del rapporto contrattuale per il coordinatore alla sicurezza in fase esecutiva, la definizione del cronoprogramma delle attività. Ed è il primo punto sul quale gli uffici comunali ravvisano l’impossibilità di poter procedere con un affidamento diretto, se pur a favore di un dipendente di Infrastrutture Lombarde, con il pagamento di un corrispettivo.
Lucini scrive a Maroni: “So che Lei preferisce l’azione alla polemica”.
Credo sia solo un’espressione di pura cortesia.
Mi pare invece che l’intento di Maroni sia alquanto propagandistico: le elezioni comunali comasche si avvicinano, è interesse della Lega tenere alta la tensione con l’attuale amministrazione. Dopo tutto, non mi pare che Regione Lombardia si fosse data tanta pena, fin qui, per le paratie e per il resto: ricordo che quel cantiere era incominciato nel 2008 e doveva essere sbaraccato entro il 2011 – giunta Bruni.E da chi era composta quella giunta?
A confermna della mia tesi, proprio in questi giorni, abbiamo assistito alla calata a Como di vari esponenti di quel centrodestra che ha combinato il casino paratie.