“Il traffico nella zona tra Italia e Svizzera incide negativamente sulla qualità della vita dei frontalieri e crea tensione nei rapporti con gli svizzeri”. Il problema della mobilità al confine con la Confederazione Elvetica è stato affrontato anche nell’ambito dell’iniziativa internazionale dei Consigli sindacali interregionali, organizzata a Riccione alla presenza dei rappresentanti di tutti i territori di frontiera italiani.
Il consigliere diplomatico del Ticino e segretario della Regio Insubria Francesco Quattrini ha evidenziato l’importanza del legame tra il cantone di lingua italiana e la zona di confine, ricordando come il 32% della manodopera in Ticino è assicurata dai frontalieri. Numeri ai quali si legano opportunità, ma anche elementi critici.
A Riccione, i lavori dei Consigli sindacali interregionali sono stati incentrati sull’importanza di arrivare a definire uno Statuto dei frontalieri. “Ciascuno dei territori di frontiera ha le proprie specificità – il pensiero condiviso dai referenti nazionali del settore di Cgil, Cisl e Uil, Giuseppe Augurusa, Marco Contessa e Pancrazio Raimondo – I frontalieri non sono una realtà periferica ma una categoria che deve veder migliorare la propria condizione giuridica nel suo complesso. Parliamo di oltre 120mila frontalieri da e verso il nostro Paese dai nove Stati confinanti o limitrofi e deve diventare un tema all’attenzione dei governi”.