Indennità di confine da un lato, stangata sulla sanità per i vecchi frontalieri dall’altro. L’articolo 50 della bozza della nuova manovra finanziaria del governo guidato da Giorgia Meloni prevede, oltre a un benefit che dovrebbe incentivare il personale sanitario nei territori a ridosso della frontiera, anche una tassa tra il 3 e il 6% del reddito per i vecchi frontalieri per il servizio sanitario nazionale.
L’imposta potrà variare a seconda della decisione che prenderanno le singole Regioni di confine. Nel concreto, i frontalieri che non rientrano nel nuovo regime fiscale, ovvero, al momento, la quasi totalità dei circa 80mila lavoratori che ogni giorno varcano il confine, dovranno contribuire a finanziare il sistema sanitario nazionale italiano pagando una tassa che potrà variare dal 3 al 6% del loro reddito.
La notizia è emersa durante i lavori dei Consigli sindacali interregionali sul tema “Le frontiere delle opportunità: verso lo statuto dei frontalieri”, in programma a Riccione. Immediata la reazione polemica delle organizzazioni sindacali, che hanno evidenziato come la misura non sia stata in alcun modo discussa e valutata dal governo con i rappresentanti dei lavoratori frontalieri.
“Chiediamo di stralciare la nuova e contraddittoria norma contenuta nella bozza della prossima legge di bilancio ai fini del diritto alla sanità universale dei lavoratori frontalieri in Svizzera – si legge nell’ordine del giorno approvato al termine della due giorni di lavori dei Consigli sindacali interregionali – Visto che finalmente ci siamo conquistati una sede di confronto per discutere il trattamento dei frontalieri, ci saremmo aspettati di discutere in quella sede questa improvvisa richiesta del governo, tutt’altro che coerente con quanto condiviso sin qui”.
“La Lega vuole fare cassa sui frontalieri per coprire i fallimenti della sanità lombarda – ha attaccato Toni Ricciardi, vicepresidente del gruppo Pd della Camera, eletto in Europa, intervenuto al convegno a Riccione – Chiedono ai frontalieri un contributo al servizio sanitario anche se già pagano le tasse in Svizzera, poi in parte versate all’Italia tramite i ristorni. È una vergogna”.
“L’indennità di confine rappresenta una svolta storica per i nostri territori – commenta Emanuele Monti, consigliere regionale della Lega – Oggi è ancora presto per parlare della tassazione. Il percorso sarà lungo. Si dovrà arrivare innanzitutto al testo finale, che dovrà passare alla Camera e al Senato e poi alle Regioni. Dovremo vedere come si svilupperà il dibattito e come la norma si andrà a concretizzare. Il governo sta cercando di fare chiarezza in un ambito non normato, quello dell’accesso al servizio sanitario nazionale, a beneficio degli stessi frontalieri”.