C’è un concreto rischio beffa per il nuovo sistema di telecamere a sorveglianza della Ztl di Como. Uno degli obiettivi principali del Comune nel collocare 4 nuovi occhi elettronici e potenziare i 7 già esistenti, non era soltanto controllare con precisione matematica gli accessi e le uscite dei veicoli dal centro storico per scovare gli abusi e le irregolarità. Il vero obiettivo era riuscire finalmente a incrociare i dati dell’ingresso nella Ztl e quelli di ritorno per scovare i casi di sosta prolungata oltre il tempo concesso dai permessi. E dunque, far scattare la multa.
Ma su questo aspetto – che poi avrebbe costituito l’unica vera novità rispetto al sistema precedente in uso – forse l’amministrazione ha corso un po’ troppo.
Il ministero delle Infrastrutture, infatti, ha comunicato a Palazzo Cernezzi che a oggi nessun regolamento in vigore permette di poter rilevare veicoli e targhe sia in entrata sia in uscita calcolando poi il tempo effettivo di permanenza nel centro storico. Un inghippo non da poco, che a fronte dell’investimento da 172mila euro rischia di far slittare l’accensione delle telecamere sulla Ztl a fine anno o almeno finché questo punto non sarà chiarito in via definitiva.
“Stiamo cercando di superare alcune difficoltà legate alla possibilità di controllare il tempo di permanenza all’interno della Ztl. Oggi possiamo verificare gli accessi abusivi e le uscite dai veicoli dai varchi non autorizzati – conferma il comandante della polizia locale, Donatello Ghezzo – ma rimane da capire come disciplinare la permanenza nella zona a traffico limitato nel momento in cui questa è limitata nel tempo. Finché non otterremo l’omologazione dal ministero del niovo impianto con le nuove regole permarrà la situazione precedente”.
Insomma, per la rivoluzione elettronica sul centro storico – annunciata ormai un paio di anni fa – c’è ancora da aspettare.