Ieri aveva scelto il taglio del nastro della fiera di Sant’Abbondio, Mario Lucini, per ribadire che la sua esperienza da sindaco di Como finirà definitivamente tra pochi mesi (“Questa è l’ultima volta che inauguro da sindaco”). Non sono serviti i tentativi, più o meno blandi, più meno sotterranei ma diffusi di fargli cambiare idea e tentare un bis nel 2017. Affiancato da vescovo e prefetto, Lucini ha detto basta, rinsaldando il primo annuncio dello scorso giugno.
Una fine corsa che, per paradosso, apre il varco a un secondo altolà. Per certi versi, quasi inaspettato.
Arriva dal segretario provinciale del Pd, Angelo Orsenigo, che – nel confermare di ritenere chiusa per manifesta volontà – l’esperienza Lucini, oggi ha chiarito un altro aspetto sui nomi circolati finora come possibili successori del sindaco uscente, a partire dal direttore del Teatro Sociale, Barbara Minghetti, peraltro ben poco convinta di uno sbocco politico: “Le ipotesi circolate sono fantasie – dice Orsenigo – Non esistono incontri già fissati o appuntamenti con nessuno. Prima serve capire quale centrosinistra si presenterà alle elezioni e con quali proposte. Solo dopo verrà ogni altra riflessione compresa quelle sulle primarie, che restano uno strumento e non un obbligo”.
Parole nette, che – senza aver ovviamente alcuna connotazione sulla persona in sé – sembrano congelare rumors e gossip di questi giorni e che inoltre, sebbene gradite ai potenziali alleati a sinistra, non è escluso che ai sostenitori dell’ipotesi Minghetti possano creare qualche mal di pancia.
Gli attuali responsabili del Pd non abbandonano la loro immotivata alterigia nonostante le numerose tegole piovute loro addosso. E non hanno ancora compreso che se alle prossime elezioni non nasconderanno accuratamente il loro simbolo all’interno di una lista civica guidata da un esponente della così detta “società civile”, non avranno alcuna chance di prevalere. Barbara Minghetti non dovrebbe essere vissuta come un problema, bensì come una risorsa. Forse l’unica di questo scombicchierato centro-sinistra cittadino. Ma i notabili piddini sono troppo assetati di potere per comprenderlo.