Si è svolta nella mattinata di sabato presso il Tempio – Sacrario del medico d’Italia di Duno, comune in provincia di Varese, un momento commemorativo per celebrare i valori della professione medica e ricordare i medici caduti in servizio e quelli scomparsi a causa della pandemia Covid19.
L’iniziativa, è stata promossa dall’Ordine Provinciale dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Varese e, quest’anno, ha visto la collaborazione dell’omologo Ordine della provincia di Como.
A presiedere la messa è stato il cardinale Oscar Cantoni, vescovo di Como, che al termine della funzione ha voluto ricordare padre Giuseppe Ambrosoli: “Padre Giuseppe fu “un uomo sociale”, che ha saputo racchiudere in sé e coniugare fede e carità, bontà e competenza. Egli ha adottato l’africano detto: “Sono in relazione, quindi esisto” proprio perché la forza vitale dipende dalla relazione. Un amico che lo conosceva bene ha rivelato il suo segreto: “non staccava mai la spina dal circuito della grazia”. Padre Ambrosoli ha unito una vita professionale ineccepibile, messa a disposizione in modo eroico, a una semplicità e umiltà straordinarie. Un modello e uno stimolo per medici e operatori assistenziali.
In questo modo padre Giuseppe Ambrosoli ha testimoniato Cristo, realizzando quanto nel vangelo di oggi il signore Gesù ha promesso. “chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell’uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio”.
Il nome del medico e missionario proclamato beato il 20 novembre di un anno fa, a Kalongo (Uganda), è stato inciso all’interno del Sacrario dedicato ai Medici deceduti “pro Patria” o “pro Humanitate”. Alla funzione erano presenti padre Egidio Tocalli, successore di padre Ambrosoli all’Ospedale di Kalongo, e Giovanna Ambrosoli, nipote del beato e presidente della Fondazione che sostiene il nosocomio in Uganda.