(ANSA) – MILANO, 20 OTT – Dare voce a chi fa fatica a farsi sentire, mettere in dialogo le generazioni e capire il valore della diversità. Sono alcuni degli obiettivi della prima edizione di InVisibile Festival, promosso a Milano dalla fondazione Bullone,fondata dall’imprenditore sociale Bill Niada perché adolescenti e giovani adulti che vivono l’esperienza della malattia possano andare oltre grazie a progetti come il giornale Il Bullone. Il festival, che proseguirà fino a domenica, ha preso il via proprio con una riunione di redazione aperta a tutti della testata giornalistica mensile diretta da Giancarlo Perego. "In questi tre giorni vorremmo che piano piano le voci di quelle persone che fanno fatica a farsi sentire si facessero sempre più udire – ha spiegato Bill Niada -. Non tanto per dire che noi abbiamo ragione e che si fa così ma per mettersi in dialogo, perché le nuove e vecchie generazioni, questi mondi che sono apparentemente lontani si ascoltino e si parlino per cercare di capirsi. Perché insieme si faccia qualcosa". Questi ragazzi "hanno anche qualcosa da insegnare perché quando passi un periodo lungo dentro la malattia, quando tutto ti si disgrega intorno e non c’è una certezza del futuro, gli amici magari scompaiono si acquisisce una forma non dico di saggezza ma un altro punto di vista – ha proseguito -. Un altro modo di vedere la vita che si può trasformare in cose preziose. Noi vorremmo che la gente capisse che la diversità può avere un valore". Un messaggio trasmesso anche dalla mostra Cicatrici che si può visitare all’Ibm Studios di piazza Gae Aulenti, dove si tiene il festival, dove qualcosa di apparentemente brutto che non si vuole mostrare diventa qualcosa di bello e inaspettato. Marwan Chaibi è un giovane collaboratore de Il Bullone da circa quattro anni. "Questa esperienza mi ha insegnato l’umiltà che non è una cosa facile, ho capito quanto è importante essere umili e quanto siamo fortunati tutti a conoscere situazioni belle e purtroppo anche brutte che non sono dall’altra parte del mondo ma vicino a noi – ha spiegato -. Ho capito anche l’importanza del fare squadra perché si va molto più lontano e si riescono anche a portare grandi pesi se si divide quel masso in tanti piccoli pezzi". (ANSA).