Minori stranieri non accompagnati. Il Comune di Como: “Siamo al limite massimo oltre il quale non possiamo più ospitare, le amministrazioni confinanti intervengano e se ne facciano carico”.
Da due giorni ormai fuori dalla questura cittadina un gruppo di giovanissimi staziona in cerca di risposte sul proprio destino. In attesa di un intervento deciso, che non sia solo quello dei volontari, i ragazzi anche oggi sono rimasti seduti tra viale Roosevelt e via Sant’Abbondio.
Il Pd contro Comune e Provincia
Il Pd interviene puntando il dito contro Comune e Provincia: “Abbandonare a se stessi 13 ragazzini sulla strada come avvenuto nelle scorse ore non è fare la propria parte” si legge nella nota congiunta firmata da Carla Gaiani e Patrizia Lissi, rispettivamente neosegretaria provinciale e capogruppo del Pd in consiglio comunale. “Per il ruolo di città di frontiera Como vive il in maniera più rilevante rispetto ad altre città lombarde il fenomeno dei migranti – aggiungono – una situazione delicata e difficile che non può essere lasciata all’estemporaneità, all’improvvisazione, alla generosità delle parrocchie e delle associazioni del terzo settore” scrivono ancora sottolineando la necessità di dotarsi di spazi e strumenti adeguati.
Il sindaco: “E’ il caso che anche altri comuni se ne facciano carico”
E’ lo stesso sindaco a intervenire in queste ore sulla delicata situazione. “Il Comune di Como è quello che accoglie più minori stranieri non accompagnati in relazione al numero di abitanti – premette Alessandro Rapinese – non accettiamo lezioni da nessuno. Ora siamo arrivati al limite fisico oltre il quale non possiamo più ospitare. Oltretutto sto cercando di capire – aggiunge – perché noi abbiamo questi numeri in confronto ad alcuni capoluoghi confinanti. Sono preoccupato, perché Como è così attraente?”. Si chiede. “E’ il caso che anche altri comuni se ne facciano carico, noi siamo un modello e capisco che per qualcuno questo non basti ma oggi non sappiamo più come poter accogliere”. Il primo cittadino infine ha parlato di contatto e collaborazione costante con la prefettura, con il sottosegretario all’Interno, il comasco Nicola Molteni, nonché con il ministro Matteo Piantedosi che la scorsa estate aveva fatto tappa in città. “La situazione – ha concluso – è ben nota a tutti i livelli istituzionali”.