(ANSA) – MILANO, 17 OTT – I due arrestati per terrorismo, su ordinanza del gip di Milano Fabrizio Filice, residenti in due città diverse dell’hinterland milanese, tra i 40 e 50 anni e con lavori nel settore delle pulizie (uno dipendente di un’impresa, l’altro titolare ma con società ora chiusa), erano in contatto tra loro. Uno, anzi, avrebbe indottrinato l’altro, stando alle indagini. A carico del secondo, in particolare, è stato rintracciato online il suo giuramento scritto e rinnovato di fedeltà e sottomissione all’Isis. Entrambi, stando alle indagini partite nel 2021 da analisi della Polizia postale di Perugia e dell’Osint (Open source intelligence), avrebbero inviato i loro messaggi, soprattutto commenti anche a video di massacri e attentati dell’Isis, su gruppi Telegram, WhatsApp e Facebook per fare proselitismo e propaganda, dichiarandosi "terroristi" dell’Isis. Anche "minacce" alla premier Giorgia Meloni sarebbero state rintracciate nelle chat. L’inchiesta, in cui già erano state svolte perquisizioni, si è concentrata soprattutto sull’analisi dei messaggi contro l’Occidente, tra cui appunto anche le minacce ad "organi istituzionali", e a favore dello Stato islamico e sul supporto attraverso finanziamenti inviati dai due per sostenere l’estremismo islamico. In particolare, i due avrebbero inviato soldi a donne rimaste vedove perché i loro mariti erano morti in contesti di guerra. E’ stato accertato che avrebbero mandato denaro anche ad un uomo che, secondo indagini statunitensi, farebbe parte dell’Isis. Non sono emersi nell’indagine, da quanto si è saputo, progetti specifici di preparazione di attentati. Ai due, con gli arresti di oggi, sono stati sequestrati i telefoni e i dispositivi informatici e gli investigatori ora potranno analizzare anche se la loro attività di proselitismo sia aumentata o meno negli ultimi giorni con la guerra israelo-palestinese in corso e dopo i fatti del 7 ottobre. (ANSA).