(ANSA) – CITTÀ DEL VATICANO, 14 OTT – "Migrare non è un dolce peregrinare in comunione; è spesso un dramma. E, come ciascuno ha diritto a migrare, così a maggior ragione ha diritto a poter rimanere nella propria terra e a viverci in modo pacifico e dignitoso. Tuttavia la tragedia di migrazioni forzosamente causate da guerre, carestie, povertà e disagi ambientali è oggi sotto gli occhi di tutti". Lo ha detto il Papa nell’udienza agli Scalabriniani che si occupano in tutto il mondo di assistere e integrare i migranti. Citando il Salmo che parla di coloro che arrivano con "cavalli, carri, portantine, muli e dromedari", il Papa ha detto: "potremmo aggiungere oggi barconi, tir e carrette del mare; ma la destinazione resta la stessa, Gerusalemme, la città della pace", come definita nella Bibbia, "la Chiesa, casa di tutti i popoli, dove la vita di ognuno è sacra e preziosa. Sì, per Scalabrini questa Gerusalemme è la Chiesa cattolica, cioè universale, e tale perché ‘madre’, perché città aperta a chiunque cerca una casa e un porto sicuro". Il Papa ha chiesto ai religiosi di continuare "a diffondere una mentalità della vicinanza", " della cura e dell’accoglienza, e a far crescere nel mondo, secondo le parole di San Paolo VI, la civiltà dell’amore". (ANSA).