(ANSA) – ROMA, 08 OTT – Carenza di cibo, carburante e medicine, e prezzi in rapido aumento. Sono le sfide quotidiane che si trovano ad affrontare le persone che vivono nelle città del Mali del nord sotto assedio da parte dei miliziani legati ad al Qaeda. Lo riporta la Bbc, mentre si intensificano i combattimenti tra l’esercito di Bamako, sostenuto dai mercenari russi Wagner, i gruppi islamici e i combattenti separatisti di etnia tuareg. Da quasi due mesi, il Gruppo di sostegno dell’Islam e ai musulmani (Gsim o Jnim) ha cercato di isolare completamente la storica città settentrionale di Timbuktu, impedendo l’arrivo dei rifornimenti. "Decine di camion carichi di cibo e merci arrivavano ogni giorno in città, ma ora, dopo l’assedio, non arriva più nulla", ha raccontato Omar Sidi Muhammad, che vive in città e lavora come giornalista. La maggior parte dei rifornimenti arrivava a Timbuktu dalla Mauritania e dall’Algeria. La città è stata colpita anche da attacchi missilistici lanciati dai militanti. L’Onu stima che 33.000 persone siano fuggite. Timbuktu è stata occupata dai ribelli tuareg in seguito a una rivolta dei separatisti nel 2012. Tuttavia queste formazioni sono state rapidamente cacciate via dai gruppi islamici legati ad al Qaeda che hanno imposto una forma rigorosa di Sharia, o legge islamica, alla città, costringendo le donne a indossare abiti che le coprono integralmente, ed imponendo tutta una serie di divieti e di punizioni corporali, come la lapidazione contro gli adulteri. Dopo un anno di dominio islamista, le forze governative del Mali, appoggiate dalle truppe francesi, hanno ripreso la città. Ma le forze di Parigi hanno lasciato il paese da quando l’esercito ha preso il potere nel 2021, e adesso anche la missione di mantenimento della pace delle Nazioni Unite si sta ritirando. Anche Gao, la città più grande del nord del Mali, a circa 320 km a est di Timbuktu, è sotto il pugno di ferro del Jnim, che ha rafforzato il suo controllo la scorsa settimana. (ANSA).