(ANSA) – MILANO, 05 OTT – Doveva essere una semplice operazione di correzione dell’alluce valgo ma il paziente, per via di alcune patologie che non erano state tenute in considerazione e avrebbero sconsigliato l’intervento, è andato incontro a un calvario che ha portato all’amputazione del piede e di una gamba. Per questo tre ospedali sono stati condannati a risarcire l’uomo e i suoi due figli, in misura diversa, da un giudice di Bologna il quale, anche sulla scorta di una consulenza, ha rilevato come l’operazione sia stata eseguita senza "procedere ai "necessari e doverosi accertamenti angiologici" nella casa di cura Villa Erbosa (Bologna) dove l’uomo aveva contratto un’infezione" "poi "non adeguatamente e tempestivamente curata dai sanitari". AllI’Istituto Humanitas Mater Domini di Castellanza (Varese) si contesta la tardiva individuazione del quadro settico e il mancato ricovero dopo il pronto soccorso. "L’evoluzione negativa delle condizioni del paziente in seguito registratasi, culminata dapprima con l’amputazione del piede sinistro e poi della gamba destra, trova dunque origine nelle condotte negligenti attuata dalle due strutture", scrive il giudice. Poi "si è innestato il contributo dell’allora Asst di Monza ospedale San Gerardo (ora Fondazione San Gerardo dei Tintoti nrd.) che, omettendo di intervenire in modo tempestivo e adeguato, ha contribuito all’epilogo del decorso clinico con l’amputazione dell’altro arto". Era stato una prima volta dimesso con la prescizione di un farmaco "sostanzialmente inutile" e le sue condizioni erano peggiorate. Con l’uomo, assistito dall’avvocato Giuseppe Badolato, sono stati risarciti anche i due figli, uno, in particolare, quello che l’ha assistito più da vicino, per il peggioramento delle sue condizioni di vita (ANSA).