(ANSA) – ROMA, 04 OTT – "Dopo l’attentato dell’agosto 2017 a Barcellona, costato la vita anche a un italiano, l’imputato fece un tweet in cui definiva i terroristi amici miei. Il mio collaboratore me lo mostrò e lì per lì non gli abbiamo dato troppa importanza ma poi lui ha rilasciato interviste anche ai quotidiani dicendo frasi infamanti su di me, dicendo che sostenevo i terroristi dell’Isis e i nazisti e a questo punto ho deciso di querelarlo. Come si può accusare la terza carica dello Stato di essere amica dei terroristi?". Lo ha dichiarato l’ex presidente della Camera Laura Boldrini sentita nel processo per diffamazione a Roma, intentato dalla deputata contro lo scrittore Nicolai Verjbitkii, noto con lo pseudonimo Nicolaj Lilin, autore del romanzo ‘Educazione Siberiana’. I fatti a cui fa riferimento Boldrini risalgono a quando, dopo l’attentato alla Rambla, Lilin scrisse sul social: "un altro nostro concittadino massacrato dai terroristi islamici, amici della Boldrini, sostenuti dalla sinistra Italiana". Boldrini, davanti al giudice monocratico, ha aggiunto che l’imputato l’aveva diffamata anche dopo che lei, nel 2017, aveva incontrato l’allora omologo ucraino, l’allora presidente della Rada, Andriy Parubiy, all’epoca noto per le sue tendenze filo-naziste. "L’invito era a nome della Camera ucraina e fu l’allora presidente ucraino a sollecitare l’incontro – ha dichiarato la deputata – rifiutarmi di incontrarlo a causa di divergenze politiche non sarebbe stato un comportamento istituzionale". (ANSA).