(ANSA) – BELGRADO, 25 SET – Situazione calma ma ancora carica di tensione oggi nel nord del Kosovo, dopo gli scontri e le sparatorie di ieri fra polizia locale e gruppi di estremisti serbi pesantemente armati. Il bilancio ufficiale è di un poliziotto kosovaro e tre rivoltosi serbi rimasti uccisi, oltre a diversi feriti da entrambe le parti. La procura del Kosovo ha riferito dell’arresto di sei serbi accusati di attività sovversive e attacco armato alle forze di polizia, uno di loro anche di terrorismo. La presidente kosovara Vjosa Osmani ha proclamato per oggi una giornata di lutto nazionale in memoria dell’agente rimasto ucciso nella violenta sparatoria della notte fra sabato e domenica nel villaggio di Banjska, presso Zvecan, nel nord del Kosovo a maggioranza serba. In tale località la polizia kosovara era intervenuta per rimuovere un blocco stradale attuato con due camion dalla popolazione serba, sempre più insofferente per la politica ritenuta ostile e discriminatoria da parte del governo di Pristina. Ma contro gli agenti era stato aperto il fuoco da varie direzioni, e uno di loro era rimasto ucciso, altri due feriti. Il premier Albin Kurti e la presidente Osmani hanno accusato Belgrado di sostenere formazioni armate e criminali serbe attive nel nord del Kosovo. Il presidente serbo Aleksander Vucic da parte sua, pur condannando l’uccisione del poliziotto, ha addossato a Kurti la responsabilitàa dell’accaduto, risultato ha detto della sua politica di "terrore" e fortemente antiserba. Secondo il portavoce del Cremlino, Dimitry Peskov, la situazione nel Kosovo è "estremamente difficile e potenzialmente pericolosa". La crisi del Kosovo sarà al centro di un incontro che si terrà con tutta probabilità oggi a Bruxelles fra gli inviati Ue e Usa, Miroslav Lajcak e Gabriel Escobar, unitamente ai consiglieri diplomatici dei governi di Francia, Germania e Italia, segnalano i media serbi. (ANSA).