Gli spazi dell’Associazione Combattenti e della bocciofila di via Balestra a Como al centro di un acceso scontro in queste ore. Scontro che è iniziato durante l’estate. Da una parte la netta presa di posizione del Comune e dall’altra la mobilitazione a supporto degli anziani. I locali – è noto – devono essere liberati per fare spazio al cantiere dell’ex chiesa delle Orfanelle che ospiterà la mostra delle monete d’oro. Per quanto riguarda le associazioni il caso era finito sul tavolo del prefetto lo scorso 11 settembre e a quella riunione il sindaco era stato perentorio spiegando che da lì a 15 giorni gli spazi dovevano essere liberati.
Ieri sera – sollecitato sul tema su Etv – il sindaco Alessandro Rapinese ha rincarato la dose: “Perché la Repubblica per voce del Comune, cioè l’Ente locale di prossimità, si è espressa in una maniera chiara, con concessioni scadute, questi signori hanno deciso di non rispettare la Repubblica. Stanno occupando abusivamente degli spazi”.
La replica
“L’alternativa proposta dall’amministrazione è in piazza Mazzini e si pone come un ultimatum” spiega l’avvocato Alessandro Pedrali, presidente di Unuci (Unione nazionale ufficiali in congedo) e di Assoarma (Comitato Comasco delle Associazioni d’Arma). “In comune da marzo scorso giace una nostra proposta protocollata che non è stata considerata e che non ha avuto risposte e che riguarda la palazzina Arditi attigua a palazzo Olginati in via Giovio 1 peraltro vicina all’attuale sede”. “Noi – aggiunge – chiediamo un altro confronto perché c’è volontà di dialogare” dice infine Pedrali che aggiunge: “Ricordo al sindaco una celebre massima di Cicerone ‘salus populi suprema lex est’ – ‘il bene del popolo sia la legge suprema’ non si tolga questa opportunità agli anziani il rischio è di generare solo isolamento. Il comune non chiuda le porte ma ci ascolti”.
E al primo cittadino replica anche il vicepresidente della Bocciofila Combattenti, Renato Fumagalli: “Ci ha dipinto come dei rivoluzionari, nessuno vuole andare contro le istituzioni” ha detto. “Chiediamo solo di non essere trattati come essere umani da buttare via, Il nostro è un luogo dove ci si riunisce, è aperto a tutti e vorremmo coinvolgere di più i giovani. Ci lasci gli spazi, non vediamo conflittualità con altri progetti e – secondo noi – cultura e sport possono convivere”