(ANSA) – TOKYO, 10 SET – Prima azione legale a opera dei residenti di Fukushima dall’avvio del rilascio dell’acqua trattata nell’oceano dalla centrale nucleare in fase di smantellamento. Nel ricorso presentato venerdì circa 150 cittadini provenienti dalla prefettura omonima e da quella confinante di Miyagi si sono rivolti al tribunale locale per fermare le operazioni di riversamento, denunciando il governo centrale e l’operatore dell’impianto, la Tokyo Electric Power (Tepco). I querelanti hanno affermato che lo scarico delle acque, iniziato il 24 agosto, minaccia "il diritto dei cittadini a vivere in sicurezza e ostacola le attività dei pescatori locali". A tal proposito chiedono l’annullamento dell’approvazione delle autorità di regolamentazione nucleare per le strutture installate, e la proibizione alla continuazione dei lavori. Un’ulteriore causa legale potrebbe essere sollevata alla fine di ottobre, riporta l’agenzia Kyodo, che cita quanto riferito in una conferenza stampa dall’avvocato Hiroyuki Kawai, in rappresentanza del gruppo di querelanti. L’Autorità di Regolamentazione Nucleare (Nra) non ha commentato la questione, spiegando di non aver ancora ricevuto il ricorso legale, mentre la Tepco ha dichiarato che risponderà "in modo appropriato" dopo aver esaminato il dossier. In un rapporto pubblicato ieri l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (Aiea) ha affermato che i livelli di trizio nel tratto di mare adiacente la centrale nucleare di Fukushima sono ampiamente al di sotto degli standard di sicurezza, e sono in linea con i valori diffusi dal gestore dell’impianto e del ministero dell’Ambiente nipponico. L’Aiea ha anche ricordato che le centrali nucleari di tutto il mondo rilasciano abitualmente acque trattate contenenti concentrazioni a basso livello di trizio e altri radionuclidi nell’ambiente. (ANSA).