(ANSAmed) – BEIRUT, 08 SET – Circa duemila persone sono tornate a radunarsi oggi nel centro di Suwayda, nel sud della Siria, per protestare contro il governo di Damasco nell’ambito di una mobilitazione popolare pacifica che dura da quasi tre settimane. Media locali e attivisti a Suwayda danno conto dell’assembramento odierno nella piazza centrale del capoluogo meridionale siriano, al confine con la Giordania e periodicamente teatro di mobilitazioni contro il sistema di potere rappresentato dal presidente Bashar al Assad. Le proteste, simili a quelle registratesi lo scorso dicembre, erano cominciate a metà agosto dopo l’annuncio da parte del governo dell’abolizione dei sussidi sulla benzina. Questa decisione aveva contribuito a innalzare i prezzi dei servizi di prima necessità nel contesto della peggiore crisi finanziaria della storia della Siria, Paese martoriato da più di 12 anni di conflitto armato e sottoposto a sanzioni economiche e commerciali da parte dell’Ue e degli Stati Uniti. Nei primi giorni della mobilitazione, le proteste si erano allargate anche alla vicina regione di Daraa, roccaforte delle prime mobilitazioni anti-governative nel marzo del 2011. Queste avevano innescato la sanguinosa dura repressione di Damasco e la conseguente guerra intestina, trasformatasi poi dal 2012 nella guerra regionale ancora in corso. Il conflitto ha causato circa mezzo milione di morti, lo sfollamento, in patria e all’estero, di 12 milioni di persone e ha ridotto in povertà – secondo l’Onu – più del 90% della popolazione. L’allargamento delle proteste popolari di agosto alla regione di Daraa aveva indotto alcuni osservatori a immaginare un’estensione del movimento di protesta ad altre regioni siriane. Ma finora, al di là di alcune azioni isolate avvenute in altre città del Paese e molto enfatizzate dai media occidentali, la protesta di Suwayda rimane confinata alla regione meridionale. (ANSAmed).