Asciugamani stesi al sole, bambini che corrono in acqua, tuffi e lunghe nuotate. Una settimana dopo la tragedia di Ali Mohammed, 20enne di origine egiziana annegato davanti al Tempio Voltiano, a Como nulla è cambiato.
Le tragedie
I cartelli con i divieti, il passaggio continuo degli agenti della polizia locale e i controlli congiunti delle forze dell’ordine non bastano a scoraggiare le decine di persone che ogni giorno trasformano l’area del Tempio Voltiano e dei giardini a lago così come viale Geno in una spiaggia. A dispetto del divieto di balneazione e dei continui avvertimenti sui rischi legati ai tuffi nel lago nei punti in cui sono vietati.
Anche questa stagione estiva sul lago di Como è stata funestata da una serie di tragedie. Nel capoluogo lariano, l’ultima in ordine di tempo è stata quella del ventenne arrivato in città in compagnia di un gruppo di amici e annegato dopo un tuffo nella zona del Tempio Voltiano. Poche ore prima un trentaduenne di Carugo aveva perso la vita a Oliveto Lario, nel Lecchese. A Bellagio pochi giorni prima il lago era stato fatale a un turista francese. Tra le vittime sul ramo lecchese anche una bambina di soli 11 anni.
Il dibattito
Il dibattito sui tuffi proibiti e sui possibili interventi anima come ogni estate la città, accende lo scontro politico e alimenta le polemiche. Intanto, nulla cambia e anche in questo sabato d’agosto intere famiglie, gruppi di amici, giovani e non, turisti italiani e stranieri si concedono rinfrescanti nuotate nel lago.
Le multe
Già da maggio, gli agenti della polizia locale hanno multato decine di bagnanti. Anche oggi, i vigili hanno pattugliato per l’intera giornata viale Geno e l’area dei Giardini a Lago, invitando i bagnanti a uscire dall’acqua, mostrando i divieti e ripetendo i rischi dei tuffi nel lago. Ma basta che gli agenti si spostino e ripartono tuffi e bracciate. Ed è facile immaginare che le immagini di questa giornata si ripresenteranno pressoché identiche fino alla fine dell’estate.