“Noi sindaci dei Comuni colpiti dalle eccezionali grandinate del 21 e 24 luglio e dai successivi eventi metereologici del 29 e 30 luglio, chiediamo con forza a Regione Lombardia un intervento che sappia leggere realmente i bisogni, senza che ci si nasconda dietro cavilli normativi”: inizia così la lettera dai toni duri inviata al governatore lombardo Attilio Fontana nel fine settimana dai sindaci di Turate, Rovellasca, Rovello Porro, Saronno, Caronno Pertusella, Cislago, Gerenzano, Origgio e Uboldo, che già lo scorso 1° agosto avevano incontrato gli assessori regionali.
“Il fatto che non ci siano state vittime e che poche siano le famiglie attualmente alloggiate nei campi che abbiamo allestito, non può essere l’unico parametro di giudizio per valutare la gravità del dramma che stiamo vivendo – si legge nella lettera – Siamo vivi, ma distrutti dal punto di vista morale e finanziario. Le spese sostenute da ogni cittadino non sono nell’ordine di qualche centinaia di euro, ma di parecchie migliaia di euro. Questo sconvolge il programma di vita, anche futura, di molte famiglie”. I sindaci degli otto comuni più colpiti dai recenti episodi di maltempo fanno presente alla Regione come molti edifici e abitazioni private risultino attualmente inagibili, con tetti scoperchiati o infiltrazioni, pur in assenza di ordinanze di inagibilità. “Non fate diventare ‘soluzione’- scrivono – il fatto che siamo in una terra in cui ci si aiuta e ci si rimbocca le maniche per ovviare anche alle più gravi situazioni; si attiva la rete di amici e parenti e ci si sistema in casa di chi è stato meno colpito. Non potete permetterVi – dicono – di non riconoscere un ristoro a chi, avendone diritto, si è dato da fare. Chiediamo per gli Enti locali una anticipazione di cassa che possa consentire l’appalto delle opere più urgenti, per garantire i servizi ma soprattutto la ripresa della regolare attività scolastica. Non è pensabile dover ricorrere a debiti fuori bilancio o al ritorno dell’insegnamento mediante Dad, che allontanerebbe ancora una volta la fiducia dei cittadini nelle istituzioni”.
Senza soluzioni, i sindaci si dicono “pronti a consegnare le chiavi” dei paesi che amministrano ai rispettivi prefetti. “Ci auguriamo che questa lettera – scrivono infine – possa smuovere le coscienze e portare frutto”.